Per i titolari di pensione, disoccupati e cassintegrati, non arriverà l’accertamento del Fisco, almeno non per colpa di un clamoroso errore dell’INPS. L’Istituto ha chiarito la questione della Certificazione Unica inviata ai soggetti interessati e specificando il perché. Si tratta di ordinaria amministrazione.
Pensioni: qualche giorno fa era stata avanzata l’ipotesi di un accertamento del Fisco eventuale a seguito di un clamoroso errore dell’INPS nella Certificazione Unica trasmessa ai soggetti interessati tra cui pensionati appunto, ma anche cassaintegrati e disoccupati.
Si parlava di una nuova Certificazione Unica 2020 per rimediare a un errore che avrebbe esposto i titolari di pensione, ma anche cassaintegrati e disoccupati, a un eventuale accertamento da parte del Fisco sulla dichiarazione dei redditi che non sarebbe risultata in molti casi veritiera e da rifare.
Un errore che sarebbe stato tutto a carico dell’INPS che con la nuova Certificazione Unica 2020 andava a porre rimedio alla precedente.
L’Istituto è intervenuto con un comunicato stampa per smentire e chiarire che non si tratta di alcun errore di sistema nelle procedure informatiche, ma di ordinaria amministrazione e che solo il 3% dei beneficiari totali che sono oltre 19 milioni sono stati raggiunti da una Nuova Certificazione Unica “per effetto di cause diverse sopravvenute successivamente al rilascio della certificazione originaria.” Coloro che stanno ricevendo la comunicazione sono ancora meno.
Per le pensioni, e per le altre categorie di cittadini, non è necessario fare una nuova dichiarazione dei redditi per un errore di INPS su larga scala che in verità non esiste.
Pensioni, INPS chiarisce: “Nessun accertamento del Fisco e nessun errore”
Per le pensioni, ma anche per cassa integrazione e disoccupazione, non ci sarà alcun accertamento del Fisco perché non esiste alcun errore e campagna massiva di rettifica da parte di INPS. Di conseguenza non vi è nessuna mancanza nella dichiarazione dei redditi presentata dai soggetti interessati.
INPS risponde alle notizie circolate nelle scorse ore con un comunicato stampa in cui specifica che la rettifica delle Certificazioni Uniche sono dovute a ordinaria amministrazione dell’Istituto.
INPS comunica che nel 2020 ha rilasciato nei termini previsti dalla legge 19.600.000 certificazioni ad altrettanti beneficiari di prestazioni previdenziali. E ha specificato:
“Di queste, come accade normalmente ogni anno, circa il 3% (620.000) è stato corretto per effetto di cause diverse sopravvenute successivamente al rilascio della certificazione originaria. Nel corso del mese di novembre a tutti quei beneficiari che non hanno prelevato telematicamente o tramite intermediari la rettifica della CU, circa 128.000, l’Istituto ha recapitato la consueta comunicazione di variazione per consentire il corretto adempimento di eventuali ulteriori obblighi dichiarativi.”
Dunque sono 128.000 coloro che hanno ricevuto la comunicazione di variazione della Certificazione Unica, ma solo perché nel mese di novembre non hanno prelevato la rettifica tramite patronati o telematicamente. Rettifica ribadiamo non dovuta a un errore dell’INPS inaspettato legato al sistema informatico, ma in linea con quanto accaduto negli anni precedenti.
Conclude infatti l’Istituto nel comunicato:
“Pertanto, la trasmissione delle predette rettifiche di CU/2020 non deriva da alcun errore nelle procedure informatiche dell’Istituto, ma si tratta di ordinaria attività relativa agli obblighi dell’INPS in quanto sostituto di imposta e non sussiste alcuna campagna massiva di rettifica delle certificazioni fiscali rilasciate dall’INPS.”
Pensioni: la lettera dell’INPS con la nuova Certificazione Unica
Per le pensioni sembra sia arrivata a molti titolari la lettera dell’INPS in cui l’Istituto presenta una nuova Certificazione Unica per rimediare non a un errore in quella precedente dovuto a un problema nel sistema informatico, ma per ordinaria amministrazione. Una comunicazione che riguarda solo 128.000 beneficiari, come specifica INPS nel comunicato stampa che abbiamo sopra riportato.
Come riportava Italia Oggi nella comunicazione INPS presentando la nuova Certificazione Unica 2020 dichiarava che la medesima “annulla e sostituisce quella precedente” [...] perché le somme certificate non corrispondono a quelle effettivamente erogate o trattenute nel 2019.”
Nella lettera che riporta il giornale l’Istituto avrebbe scritto:
“Ci scusiamo per l’eventuale disagio arrecato, ma ciò le permetterà di presentare la dichiarazione dei redditi sulla base di una Certificazione Unica corretta.”
E ancora:
“La rettifica si è resa necessaria per integrare, sostituire o correggere i dati della precedente Certificazione Unica, nella quale le somme certificate non corrispondevano a quelle effettivamente erogate o trattenute dall’INPS nel 2019.”
A seguito del diffondersi di questa lettera il panico ha raggiunto tutti i pensionati, ma anche cassintegrati e disoccupati, che hanno temuto di dover rifare la dichiarazione dei redditi i cui termini sono scaduti, con ravvedimento. Si parlava di un errore informatico.
Fortunatamente INPS ha smentito e solo i 128.000 che hanno ricevuto la consueta comunicazione devono procedere, con la variazione della Certificazione Unica, al corretto adempimento di eventuali ulteriori obblighi dichiarativi.
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