Sconto contributivo per andare in pensione: chi ne ha diritto? Dalla riduzione da 20 a 15 anni alle agevolazioni per le donne; ecco tutto quello che c’è da sapere.
Pensioni: ci sono diverse agevolazioni con le quali viene riconosciuto uno sconto dei contributi per andarci. Come noto, per andare in pensione è richiesto un certo numero di anni di contributi che varia a seconda dell’opzione alla quale si ricorre.
L’opzione alla quale ogni anno ricorre il maggior numero di persone è quella della pensione di vecchiaia, con la quale si va in pensione all’età di 67 anni e con 20 anni di contributi. Per questa opzione, così come per altre che vedremo successivamente, è però riconosciuto uno sconto dei contributi per alcune categorie di persone grazie al quale è possibile andare in pensione a 67 anni ma con qualche anno in meno di contribuzione.
Vediamo nel dettaglio qual è questo sconto e a chi è riconosciuto, facendo chiarezza anche sulle altre riduzioni di contributi riconosciute per le altre opzioni per il pensionamento.
Sconto contributivo pensione di vecchiaia
Esiste la possibilità per alcune categorie di persone di andare in pensione non con 20 anni di contributi - come richiesto dalla pensione di vecchiaia - ma con 15 anni. Nel dettaglio, questa possibilità è stata riconosciuta dalla Legge Amato del 1992 e dalla Legge Dini del 1995.
Uno sconto di cinque anni di contribuzione che, a seconda dei casi, potrebbe anche prevedere una penalizzazione dell’assegno. Non è così per lo sconto riconosciuto dalla Legge Amato, mentre per chi fa ricorso all’Opzione Dini è previsto un ricalcolo contributivo dell’assegno (al pari di Opzione Donna) che potrebbe comportare una penalizzazione dell’assegno variabile a seconda della posizione contributiva dell’interessato.
Ma andiamo con ordine. La Legge Amato (503/1996) prevede uno sconto di cinque anni di contribuzione riconosciuto a tre diverse categorie:
- a coloro che alla data del 31 dicembre 1992 vantano 15 anni di contribuzione (780 settimane contributive). Per accedervi, però, il lavoratore deve essere iscritto al Fondo lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’INPS;
- nel caso in cui l’interessato sia stato autorizzato - con un provvedimento antecedente alla data del 31 dicembre 1992 - al versamento dei contributi volontari;
- per coloro che hanno un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni (il primo contributo quindi deve essere stato versato non dopo il 1996. È inoltre necessario aver maturato 15 anni di contributi da lavoro dipendente versati nell’AGO, e almeno 10 di questi devono far riferimento ad un periodo di lavoro non inferiore alle 52 settimane.
La Deroga Dini riconosce invece uno sconto sempre di cinque anni, con la possibilità quindi di accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 67 anni ma con 15 anni di contributi anziché 20. Nel dettaglio, vi può accedere chi contestualmente soddisfa le seguenti condizioni:
- almeno un contributo accreditato prima del 31 dicembre 1995;
- aver maturato almeno 5 anni di contributi successivi al 1° gennaio 1996.
Non è complicato, quindi, accedere alla pensione con uno sconto di cinque anni di contributi. Tuttavia, in questo caso il lavoratore deve scegliere se effettivamente gli conviene approfittare del bonus, in quanto inevitabilmente potrebbero esserci ripercussioni sull’assegno in quanto il beneficio verrà totalmente ricalcolato secondo le regole del regime contributivo (maggiormente penalizzante rispetto al retributivo).
Sconto contributivo donne: quando spetta?
Altri sconti per l’accesso alla pensione sono quelli riconosciuti alle donne. In particolare, uno sconto contributivo è previsto alle donne che accedono all’Ape Sociale e hanno dei figli.
Per l’anticipo pensionistico, infatti, sono richiesti 30 o 36 anni di contributi a seconda della categoria di cui si fa parte (ma solo per chi ha compiuto almeno 63 anni di età). Ebbene, alle donne con figli spetta uno sconto dei requisiti contributivi richiesti per l’accesso all’Ape Sociale, pari a 12 mesi per ciascun figlio ma nel limite di 2 anni.
E va detto che tra le agevolazioni riconosciute alle donne c’è anche lo sconto che interessa l’età anagrafica - e non i contributi - richiesta per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Riconosciuto dalla legge 335 del 1995, questo prevede uno sconto anagrafico di 4 mesi per ogni figlio, per un massimo però di un anno.
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Questo significa che una donna con tre figli può accedere alla pensione a 66 anni anziché a 67 anni; ciò, però, è possibile a condizione che l’interessata abbia iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, rientrando quindi interamente nel regime contributivo per il calcolo dell’assegno.
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