Pensioni shock: l’Inps ha favorito chi è andato con Quota 100 (su richiesta del Governo)

Simone Micocci

10 Maggio 2021 - 16:30

Il Governo Conte (Lega-Movimento 5 Stelle) chiese all’Inps di dare priorità ai pensionati con Quota 100. A rimetterci, con tempi più lunghi per la liquidazione dell’assegno, furono ben 70 mila persone.

Pensioni shock: l’Inps ha favorito chi è andato con Quota 100 (su richiesta del Governo)

Quota 100 è stata la misura spot della Lega al Governo (che ormai sembra aver capito che per questa non vi è futuro) durante la prima esperienza di Conte premier, al pari di quanto fu il Reddito di Cittadinanza per il Movimento 5 Stelle.

E per far sì che Quota 100 potesse effettivamente essere un successo (cosa che poi non è stata), la Lega fece pressione sugli uffici Inps per far sì che le pratiche di coloro che sono andati in pensione a 62 anni potessero essere lavorate prioritariamente rispetto a chi, ad esempio, ha dovuto aspettare i 67 anni di età o comunque più di 42 anni di contributi.

Non si tratta di indiscrezioni: è il Comitato di indirizzo e vigilanza dell’Inps a confermare una notizia “shock”, in quanto dimostra che per un periodo in Italia ci sono stati “pensionati di Serie A e pensionati di Serie B”.

Quota 100 favorita? Cosa successe nel 2019

È Repubblica a riportare la notizia, la stessa che nel 2019 svelò quanto stava succedendo negli uffici Inps, dove agli impiegati venne chiesto di lavorare in via prioritaria le pratiche di Quota 100 e di “chiudere un occhio” laddove mancassero dei documenti. Un trattamento ben diverso rispetto a quello riservato a chi è andato in pensione più tardi in base a quanto previsto dalla Legge Fornero, per i quali i tempi di arrivo dell’assegno sono stati molto più lunghi.

Per Quota 100 vennero istituiti persino tre giorni di pagamento: un unicum per la storia delle pensioni. Ma d’altronde - con le elezioni europee alle porte - bisognava correre. Lo stesso fu fatto con il Reddito di Cittadinanza, partito in fretta e furia quando i Centri per l’Impiego - che avrebbero dovuto avere un ruolo molto importante nell’intero sistema - non erano ancora pronti per accogliere i beneficiari.

Incredibile come in Italia possa succedere anche questo: dividere i futuri pensionati in due categorie, avvantaggiandone una a scapito di un’altra solamente per un ritorno d’immagine del Governo.

Ma cosa è successo davvero? Nel 2019 Repubblica raccontò di una corsia preferenziale per coloro che facevano domanda di accesso a Quota 100. Nel dettaglio, il quotidiano spiegò che negli uffici dell’Inps arrivò una comunicazione (la n°1008/2019) in cui si chiedeva chiaramente agli impiegati degli uffici di dare priorità alle pratiche di Quota 100. Ad esempio, venne istituito un premio per i dipendenti che elaboravano più pratiche di Quota 100, mentre vennero autorizzate delle deroghe per i documenti da presentare. Ad esempio, in via straordinaria, vennero liquidate anche le pensioni di coloro che non avevano il certificato del datore di lavoro attestante le dimissioni.

Quota 100 favorita rispetto alle altre pensioni? La conferma shock dell’Inps

Dall’Inps spiegarono che si trattava di una situazione straordinaria per la sola mensilità di aprile. Ma a quanto pare non è stato così: basti guardare a cosa è successo in tutto il 2019.

Nel dettaglio, mentre l’84% degli assegni di Quota 100 nel 2019 è stato liquidato dopo soli 15 giorni, solamente il 67% delle altre pensioni hanno seguito le stesse tempistiche. Nel 17,4% dei casi per il pagamento di una pensione “normale” i tempi di pagamento sono stati superiori ai 30 giorni, con il rischio di oltre 120 giorni di attesa; solamente per il 3,3% delle volte, invece, per Quota 100 si è andati oltre questo limite.

Dati che secondo il Comitato di indirizzo e vigilanza dell’Inps - presieduto da Guglielmo Loy - non lasciano spazio ad interpretazioni, tanto che nel Rendiconto sociale pubblicato il mese scorso si legge che questi dimostrano “che c’è stato un preciso indirizzo politico volto a privilegiare le pensioni liquidate con Quota 100”.

Una scelta che - ci tiene a sottolineare il Comitato - “non è condivisibile, come più volte evidenziato”. L’obiettivo dell’Inps deve essere “l’assicurare la continuità del reddito e non può essere limitato a casi eccezionali oppure a quelli su cui la politica è maggiormente sensibile”. Avvantaggiando Quota 100 è stato trascurato un 17,4% di neo pensionati che nei numeri corrisponde a ben 70 mila persone.

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