Pensioni: ufficiale il taglio nel 2021/2022, ecco chi sarà penalizzato

Antonio Cosenza

13/06/2020

Pensioni: aggiornati i coefficienti di trasformazione per il calcolo contributivo. Assegni più bassi per chi va in pensione nel biennio 2020/2021.

Pensioni: ufficiale il taglio nel 2021/2022, ecco chi sarà penalizzato

Pensioni, ultime novità: la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero del Lavoro riguardo l’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione ci conferma il trend negativo per l’importo degli assegni.

In Gazzetta Ufficiale 147/2020 di giovedì 11 giugno sono stati pubblicati i coefficienti di trasformazione utilizzati per trasformare in importo della pensione il montante contributivo maturato dai lavoratori che verranno collocati in quiescenza dal 1° gennaio 2021. Ebbene, questi valori sono ancora in calo, un trend negativo iniziato più di 10 anni fa e che non accenna a fermarsi. E se a questo ci aggiungiamo che l’emergenza da COVID-19 e la crisi economica correlata potrebbe abbassare ulteriormente gli importi delle pensioni capiamo perché la situazione è piuttosto preoccupante.

Per chi non lo sapesse, i coefficienti di trasformazione sono quei valori utilizzati nel calcolo contributivo della pensione, ovvero per quella quota di contributi maturata dopo il 1° gennaio 1996 (o il 1° gennaio 2012 per coloro che entro il 31 dicembre 1995 hanno maturato 18 anni di contribuzione). Grazie ai coefficienti di trasformazione il montante contributivo accumulato dal lavoratore si traduce in pensione; per questo motivo, più il coefficiente è elevato e maggiore sarà l’importo della pensione. A tal proposito, la Legge Fornero ha introdotto un meccanismo che premia i lavoratori che escono più tardi dal mercato del lavoro: più è alta l’età del lavoratore, infatti, e maggiore sarà il coefficiente di trasformazione applicato.

In Gazzetta 147/2020 troviamo la quinta revisione dei coefficienti di trasformazione da quando questo strumento è stato introdotto nel 2019; da allora ogni modifica è stata in negativo e lo stesso vale per quella valida per il biennio 2021/2022 annunciata nei giorni scorsi.

Pensione calcolata con il sistema contributivo: la tabella

Come prima cosa vediamo quali sono i valori del coefficiente di trasformazione aggiornati per il biennio 2021/2022; ecco il risultato dell’ultimo aggiornamento del Ministero del Lavoro con il quale - come anticipato - i suddetti valori sono calati ancora.

Eta’ Divisori Valori
57 23,892 4,186%
58 23,314 4,289%
59 22,734 4,399%
60 22,149 4,515%
61 21,558 4,639%
62 20,965 4,770%
63 20,366 4,910%
64 19,763 5,060%
65 19,157 5,220%
66 18,549 5,391%
67 17,938 5,575%
68 17,324 5,772%
69 16,707 5,985%
70 16,090 6,215%
71 15,465 6,466%

Pensioni sempre più basse: ecco perché

Ad essere svantaggiata, quindi, saranno coloro che andranno in pensione nei prossimi due anni, i quali riceveranno un assegno inferiore a chi invece ci andrà entro la fine del 2020. La differenza sulla pensione annua in realtà è minima, ma se guardiamo il trend iniziato nel 2009 ne risulta che da allora l’assegno annuo di pensione ha subito un taglio del 12%.

L’unica soluzione per non essere danneggiati da questo sistema è quella di restare più anni a lavoro, così che sul montante contributivo venga applicato un coefficiente di trasformazione più favorevole. Il coefficiente massimo, come si può vedere dalla tabella precedente, si applica infatti per coloro che restano a lavoro fino ai 71 anni.

Per capire come sono cambiati i coefficienti di pensione negli ultimi dieci anni, e di conseguenza di quanto sono scese le pensioni, possiamo riprendere l’esempio fatto da Italia Oggi, nel quale viene presa in esame la pensione annua su un montante contributivo di 100.000 euro per una persona che sceglie di smettere di lavorare all’età di 65 anni.

Se questo fosse andato in pensione nel 2009 la pensione annua avrebbe avuto un importo di 6.136,00 euro. Nel triennio 2010/2012, invece, l’importo sarebbe sceso a 5.620,00€, ovvero 516 annui in meno rispetto al periodo precedente.

Nel triennio 2013/2015 si scende ancora, con 185,00€ in meno rispetto al 2010/2012.

Il calo continua tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2018, quando la pensione è stata pari a 5.326,00€ con 109,00€ in meno al periodo precedente, ma ben 810,00 rispetto al 2009. Si scende ancora nel biennio 2019/2020: 81,00 euro in meno al 2018.

Nell’ultimo biennio, invece, il taglio sarà meno considerevole, in quanto rispetto a coloro che andranno in pensione entro la fine del 2020 sarà di appena 25,00€. Ma se questi si aggiungono a tutte le riduzioni intervenute negli ultimi anni ne risulta un importo più basso di 916,00€ rispetto a chi ha avuto la “fortuna” di andare in pensione nel 2009.

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