Quota 100 ci sarà anche nel 2021, poi una nuova riforma delle pensioni: la conferma arriva dal Sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta.
Pensioni, nessuno stop anticipato per Quota 100 che sarà confermata per tutto il 2021, come previsto dal decreto 4/2019 che ha introdotto questa misura di flessibilità.
E il fatto che la conferma arrivi direttamente da un esponente del Partito Democratico - il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta - fa ben sperare, visto che in questi ultimi mesi è stato proprio il PD a manifestare il maggior dissenso verso Quota 100. D’altronde il Movimento 5 Stelle ha votato la riforma delle pensioni voluta principalmente da Matteo Salvini e per questo motivo difficilmente avrebbe accettato di fare un passo indietro su Quota 100 anticipandone la scadenza.
Eppure la crisi economica e la spending review che probabilmente dovrà attuare l’Italia per rientrare nel debito prodotto in questa fase di emergenza aveva fatto paventare questa possibilità; secondo Baretta, però, questo non è il momento per intervenire sulle pensioni, come per Quota 100, ed è per questo che non c’è da temere per uno stop anticipato della misura che consente di andare in pensione al compimento dei 62 anni di età a fronte di 38 anni di contribuzione.
Quota 100 confermata anche per il 2021
Dopo mesi in cui il Partito Democratico ha sempre attaccato Quota 100, ecco arrivare l’annuncio che questa misura sarà confermata anche per il 2021, come da programma, per poi finire nel 2022 quando dovrebbe esserci una nuova riforma del sistema previdenziale.
A darne l’annuncio è stato Pier Paolo Baretta, sottosegretario PD all’Economia, il quale in queste ore è stato protagonista di un’intervista pubblicata da Repubblica.
Questo, pur non disconoscendo quanto sostenuto dal PD nei mesi scorsi riguardo a Quota 100, ha dichiarato che questa misura “ormai verrà fatta finire al 2021”. Una sorta di rassegnazione del Sottosegretario, a conferma che questa misura non nutre comunque dell’appoggio da parte del Partito Democratico.
Quindi, nonostante i dem spingano da tempo per la chiusura anticipata dell’esperienza Quota 100, davanti a questa crisi economica hanno deciso di mettere da parte la loro opposizione verso una conferma per il 2021, riconoscendo il valore sociale di questa misura in un periodo storico particolare come quello che stiamo vivendo.
Come spiegato da Baretta, infatti, “in questo contesto di crisi profonda anzi può considerarsi un ammortizzatore sociale”. Ecco perché non è ancora giunto il momento di cancellarla.
La riforma delle pensioni si farà
Baretta conferma poi che una volta conclusa l’esperienza di Quota 100 entrerà in vigore una nuova riforma delle pensioni. Mentre la Legge di Bilancio 2021 sarà dedicata alla riforma fiscale, infatti, quella successiva affronterà il tema della riforma previdenziale che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2022 con la quale verrà sciolto il nodo dello scalone che si verrà a creare per la fine di Quota 100, quando l’età pensionabile salirà improvvisamente da 62 a 67 anni.
Anche il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha confermato che nonostante la crisi economica c’è ancora in programma di riformare il sistema previdenziale. In particolare bisognerà intervenire sulla “pensioni basse; un tema che, in parte, abbiamo già affrontato con la Pensione di cittadinanza e su cui continueremo a lavorare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi in vista della legge di Bilancio”.
La riforma quindi si farà e nei prossimi mesi dovrebbero riprendere i dialoghi da dove erano stati interrotti; nel frattempo per i prossimi mesi ci sarà ancora Quota 100 alla quale si potrà ricorrere fino a dicembre del 2021.
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