Giorgia Meloni conferma agli alleati: “Nella manovra sostegni per le pensioni medio-basse”. Così potrebbero aumentare gli assegni.
Giorgia Meloni nelle ultime ore ha incontrato gli alleati ribadendo cosa ci sarà (e cosa no) nella legge di Bilancio 2024, esponendosi favorevolmente riguardo alla possibilità di concedere un nuovo aumento delle pensioni.
Dato il periodo storico caratterizzato da un’elevata inflazione, infatti, la priorità del governo è di introdurre misure a sostegno dei redditi più bassi: da qui, ad esempio, la conferma dello sgravio contributivo, al quale si affiancherà un sostegno ad hoc per i redditi “medio-bassi” dei pensionati.
Le parole di Meloni sembrano annunciare una misura ulteriore all’aumento delle pensioni minime, in quanto di certo non rientrano tra i redditi “medi”. Probabile che si stesse riferendo alla riforma dell’Irpef che andrà a garantire un vantaggio per tutti coloro che hanno un reddito annuo superiore a 15 mila euro, ma per averne la certezza bisognerà aspettare la prossima settimana quando il testo della legge di Bilancio 2024 verrà approvato dal Consiglio dei ministri.
Un testo che dovrebbe essere “blindato”: come spiegato da Meloni agli alleati, infatti, viste le poche risorse a disposizione non ci sarà spazio per grandi cambiamenti in sede di approvazione parlamentare, bloccando di fatto la possibilità di approvare emendamenti “di partito”.
Aumento per le pensioni minime
Quando parla di sostegno alle pensioni più basse, Giorgia Meloni fa chiaro riferimento alle pensioni minime per le quali il prossimo anno dovrebbe esserci un ulteriore balzello in avanti.
La situazione attuale è questa: nel 2023 è stato riconosciuto un aumento straordinario delle pensioni minime applicando una rivalutazione straordinaria dell’1,5%, aumentata al 6,4% nel caso dei pensionati over 75.
Per il 2024 al momento è in programma una sola rivalutazione straordinaria aumentata al 2,7% per tutti, senza quindi alcuna maggiorazione per gli over 75.
Considerando anche la rivalutazione effettuata tenendo conto del tasso d’inflazione, ne risulterà una pensione minima di circa 615 euro per tutti, cifra sulla quale il governo sembra voler intervenire ancora in modo da avvicinarsi all’obiettivo 1.000 euro fissato da Silvio Berlusconi e portato avanti dal nuovo leader di Forza Italia Antonio Tajani.
A oggi non è ancora chiaro se il governo si limiterà a confermare la rivalutazione straordinaria del 6,4% per gli over 75 (mentre per chi ha meno di 75 anni non si dovrebbe andare oltre alla percentuale già prevista) oppure se ne innalzerà ancora l’asticella: l’obiettivo è di arrivare a 700 euro, probabile che si possa chiudere intorno ai 670 o 680 euro.
Contestualmente si dovrebbe discutere anche della possibilità di estendere la rivalutazione straordinaria delle pensioni minime anche a quelle d’invalidità civile, così come non è da escludere un coinvolgimento dell’assegno sociale (che ad esempio beneficiò dell’incremento al milione introdotto nel 2001 da Silvio Berlusconi).
Aumento per i redditi medi di pensione
Meno certezze ci sono riguardo alla dichiarazione di Meloni di voler intervenire anche in favore delle pensioni di importo medio. In che modo? Probabile che la presidente del Consiglio si riferisse ai vantaggi che verranno garantiti dalla riforma fiscale, che nel 2024 dovrebbe partire con l’accorpamento del primo scaglione Irpef con il secondo, con un’aliquota unica del 23%, e con la detassazione della tredicesima.
Dalla prima misura ne risulterà un risparmio del 2% sul reddito compreso nella fascia che va dai 15 ai 28 mila euro, garantendo così un aumento annuo fino a 260 euro.
Da capire invece come, e per chi, sarà la detassazione della tredicesima, per la quale potrebbe esserci un’aliquota unica al 15% così da fare un importante regalo di fine anno ai pensionati.
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