L’Europa, per quanto abbia sorpreso nel primo trimestre in termini di crescita, resta poco attraente se non per determinati settori che beneficiano dell’attuale contesto macro e geo-politico.
Per quel che riguarda gli Stati Uniti è in atto un rallentamento del mercato del lavoro che però resta ancora solido. Il raffreddamento dell’economia osservato nel primo trimestre (confermato dagli indici PMI), unitamente a un’inflazione stabile tra il 3% e il 4%, ha aperto effettivamente il dibattito su una potenziale stagflazione dell’economia USA. Basti pensare che nel mese di Aprile il numero di articoli pubblicati su Bloomberg che hanno menzionato la parola « stagflazione » è aumentato ad oltre 600, corrispondente ai massimi da Giugno 2022.
Le aspettative dei mercati per un taglio dei tassi della Federal Reserve mutano velocemente, dopo la pubblicazione dell’indice PCE gli investitori hanno prezzato un solo taglio per il 2024 mentre a margine della pubblicazione dei dati occupazionali le previsioni sono aumentate a 2 tagli. La banca centrale americana per il momento si è limitata ad agire sulla riduzione degli asset in bilancio che da Giugno rallenterà al ritmo di 25$ mld al mese dai precedenti 60$, un taglio maggiore di quanto ci si aspettasse ossia 30$ mld.
La mossa è protesa ad effettuare da un lato una graduale riduzione del bilancio piuttosto che ad un ritmo troppo veloce che in passato ha portato a scossoni di mercato e dall’altro a mantenere stabile la liquidità sui mercati che è un driver per gli stessi oltre che ad evitare che i rendimenti obbligazionari governativi si avvicinino troppo a soglie di sensibilità. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti