Quanto costerà pagare gli interessi sul debito all’Italia? La stime di Scope ratings suona l’allarme per i conti pubblici. Tuttavia, ci sono segnali che il disastro potrà essere evitato.
Si torna a parlare di debito pubblico dell’Italia: complici la politica aggressiva sui tassi della Bce, l’incertezza sulla crescita economica europea e gli ostacoli del Pnrr, il nostro Paese è di nuovo nel mirino degli analisti.
Secondo Scope Ratings, il conto degli interessi dell’Italia potrebbe aumentare fino a un terzo nei prossimi anni, man mano che i suoi progressi nel ridurre i prestiti pubblici si fanno più difficili.
Il rapporto fa seguito alla recente valutazione di Scope dell’Italia a tre livelli sopra la spazzatura, in quella che è una delle valutazioni più alte tra le principali società di rating.
Il Paese rimane a rischio di declassamento al di sotto dell’investment grade da parte di Moody’s Investors Service. Sotto i riflettori ci sono i conti pubblici, l’efficienza nel portare avanti le riforme del Pnrr e la reazione dello spread Btp/Bund anche dinanzi agli aumenti dei tassi di interesse della Bce (che hanno infastidito il Governo Meloni).
Con tassi in crescita, si fa più pesante il conto da pagare per gli oneri degli interessi sul debito. E questa non è una buona notizia per il bilancio italiano. Quanto pagherà il nostro Paese per il suo indebitamento? La previsione che allarma (ma con alcune rassicurazioni).
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Il costo annuale del servizio del debito in Italia sarà di circa 75 miliardi di euro quest’anno, rispetto ai 57,3 miliardi di euro del 2020, ha affermato la società di rating in un rapporto preannunciato da Bloomberg. Il conteggio potrebbe raggiungere tra i 90 e i 100 miliardi di euro entro il 2026.
I calcoli, degli analisti di Scope Alvise Lennkh-Yunus, Giulia Branz e Alessandra Poli, mostrano che il debito dell’Italia si stabilizzerà intorno al 140% del Pil entro il 2028. In uno scenario di stress, potrebbe salire al 150%, diventando il tasso di indebitamento più alto della regione mentre la Grecia taglia i propri prestiti.
Il governo di Giorgia Meloni ha cercato di mantenere i conti pubblici in equilibrio, prevedendo il ritorno agli avanzi primari il prossimo anno.
“Il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di bilancio è fondamentale per garantire che i rischi per la sostenibilità del debito italiano rimangano sotto controllo”, scrivono gli analisti di Scope. “Una pietra miliare sarà quindi la presentazione del bilancio per il prossimo anno in autunno”.
I prestiti dell’Italia sono stati a lungo una preoccupazione per la Banca centrale europea e hanno portato a due shock nei rendimenti obbligazionari dall’inizio del 2020. Tuttavia, ora ci sono protezioni più forti contro le turbolenze, ha affermato Scope.
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“La solida base di investitori italiani e la struttura del debito favorevole proteggono il Paese dalla volatilità del mercato e dall’impatto immediato di tassi di interesse più elevati sui suoi costi di finanziamento”, hanno scritto gli analisti.
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