Perché Boris Johnson può diventare premier (di nuovo)

Luna Luciano

23 Ottobre 2022 - 12:10

Boris Johnson si appresta a tornare a Londra per candidarsi di nuovo come premier britannico. Dopo le dimissioni di Liz Truss la partita si riapre per Johnson. Ecco perché.

Perché Boris Johnson può diventare premier (di nuovo)

Si riapre la partita per Boris Johnson. L’ex primo ministro britannico, dopo aver dovuto rassegnare le dimissioni, succeduto poi da Liz Truss, ha di nuovo l’occasione per ritornare a ricoprire il ruolo di premier per il Regno Unito.

Dopo neppure due mesi di governo, la numero uno di Downing Street ha deciso di dare le proprie dimissioni, dopo essere finita nell’occhio del ciclone per aver presentato un piano shock di politica fiscale, che avrebbe dovuto ridurre le tasse e aumentare gli aiuti a famiglie e imprese, causando in questo modo il crollo della sterlina e spaventando i mercati.

Quando l’ex premier britannico ha saputo delle dimissioni di Liz Truss ha deciso in brevissimo tempo di interrompere le sue “meritate” vacanze nella Repubblica Dominicana e prendere il primo aereo per Londra. È atterrato ieri, 22 ottobre.

Senza perdere ulteriore tempo, Johnson ha richiamato alcuni suoi sostenitori all’interno del partito conservatore e alcuni vecchi finanziatori, per prepararsi a correre per le nuove elezioni.

Ma per candidarsi come successore della numero uno di Downing Street ci sono delle regole ben preciso e sembra che Boris Johnson soddisfi tutte le condizioni. Vediamo quindi perché Johnson può ritornare a essere premier del Regno Unito e quali sono i suoi avversari. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Perché Boris Johnson può diventare premier (di nuovo)

Boris Johnson non ha voluto perdere ulteriore tempo, alla notizia delle dimissioni di Liz Truss ha iniziato a contare. Contare quanto ci sarebbe voluto per prendere un aereo e atterrare a Londra e soprattutto quanti fossero i suoi sostenitori.

In attesa del decollo del suo volo, l’ex sindaco di Londra ha fatto diverse chiamate solo per rimettere in moto la sua macchina politica, riattivando il suo team di sostenitori a Westminster, i fedeli nel Partito Tory. La candidatura di Johnson come leader del partito conservatore, benché non ufficializzata, è stata presa sul serio anche dal partito avversario, i labouristi infatti sarebbero preoccupati del ritorno di Johnson.

Del resto, come ricorda il Corriere della Sera, Boris Johnson si era autoproclamato Cincinnato del Regno Unito, rifacendosi alla figura storica romana che fu richiamato per risollevare la Repubblica romana. E così, prima che atterrasse ieri - 22 ottobre - a Gatwick, l’ex premier aveva già raccolto il sostegno di circa 40 deputati tory.

Infatti ci sono delle regole precise adottate dal partito dei Tory per eleggere il nuovo leader. Entro il 24 ottobre gli aspiranti candidati dovranno raccogliere il sostegno formale di almeno 100 deputati dei circa 350 del partito. Dopodiché entro il 28 ottobre, 170mila iscritti al partito Tory voteranno online per scegliere il nuovo leader che dovrebbe entrare in carica entro il 31 ottobre.

E Johnson sembra avere tutte le carte in regola, infatti, stando alle fonti del Times,
l’ex premier avrebbe già superato i fatidici 100 necessari affinché possa essere incluso tra i candidati ufficiali a succedere a Liz Truss, la premier meno longeva della storia del Regno Unito.

Avendo i requisiti necessari e dato il sostegno da parte degli iscritti al partito, Johnson potrebbe tornare a ricoprire la carica di primo ministro britannico di nuovo. Una poltrona pregiata quanto scomoda date le numerose sfide, soprattutto economiche, che il futuro premier dovrà affrontare.

Quali sono gli avversari politici di Boris Johnson?

Ma Boris Johnson non è l’unico a volersi sedere sull’ambita poltrona del leader del partito conservatore inglese.

A c alla contendersi l’incarico con Johnson ci sarà quasi sicuramente Rishi Sunak, dato per favorito secondo i bookmakers dati i 127 parlamentari che hanno già dichiarato di essere pronti a sostenerlo.

Sunak è stato cancelliere dello Scacchiere di Johnson e anche in parte artefice della caduta di Johnson, dato che rassegnando le sue dimissioni, all’inizio di luglio, ha di fatto aperto la crisi che ha poi portato la caduta del governo. Lo stesso Sunak si era poi immediatamente candidato alle primarie Tory, sconfitto da Liz Truss, e forse vista la fine di Truss, Sunak potrebbe anche ritenersi “fortunato”.

Sunak, tuttavia, non ha ancora ufficializzato la propria candidatura. L’unica ad averlo fatto è Penny Mordaunt, popolare leader della camera dei Comuni che è stata ministra per la Politica commerciale dell’esecutivo guidato da Johnson, la quale però non sembra essere la favorita tra i tre, dato che finora ha ottenuto il sostegno di solo 21 parlamentari. Adesso non resta che attendere il 24 per scoprire se Johnson potrà candidarsi e soprattutto occorrerà aspettare il 31 ottobre per scoprire chi succederà realmente a Liz Truss.

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