La riforma del MES torna in auge grazie alla discussione richiesta alla Camera dalla minoranza, ma la porta sulla ratifica è davvero chiusa? Perché danneggia l’Italia?
In questi giorni si sta tornando a parlare di MES o, meglio, della ratifica della riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità. Questo perché, dopo molto tempo, è stata incardinata la discussione sulla ratifica della riforma del trattato alla Camera. La discussione, però, è stata richiesta dall’opposizione, in particolare dal PD e dal Terzo Polo.
In pratica, quando viene deciso il calendario trimestrale dei lavori parlamentari anche l’opposizione ha un tempo garantito e in questo caso la maggioranza ha concesso la discussione sul MES. Ed ecco che per questo motivo negli ultimi giorni sono ripartite le pressioni europee, ad esempio da parte del commissario Gentiloni o dell’ex ministro Gualtieri, per ratificare questa riforma.
Intanto, da una lettera inviata dal capo di gabinetto del MEF, indirizzata alla Commissione Esteri della Camera, si legge che «dalla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità non discendono nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del trattato istitutivo del Mes del 2012. Con riferimento a eventuali effetti indiretti, in linea generale questi appaiono di difficile valutazione. Essi potrebbero astrattamente presentarsi qualora le modifiche apportate con l’accordo rendessero il Mes più rischioso e quindi maggiormente probabile la riduzione del capitale versato o la richiesta di pagamento delle quote non versate nel capitale autorizzato. Ciò premesso, non si rinvengono nell’accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione». [...]
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