Per vincere l’inflazione bisogna investire in strumenti con orizzonti temporali di investimento più lunghi e maggiori margini di rischio.
Articolo a cura di Giovanni Nicola Setti
I report più recenti evidenziano che la liquidità sui conti correnti italiani si attesta a 1.840 miliardi di euro, in crescita del 3,3% rispetto al 2021. Questo fenomeno non è cambiato neppure con l’inflazione che ha raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni ’80. Una prima motivazione per spiegare questo comportamento può trovarsi nella scarsa conoscenza finanziaria degli italiani: solamente il 40% degli italiani ha ben chiaro il concetto dell’inflazione e, ovviamente, non ci si può preoccupare di qualcosa se non la si conosce affatto.
Investire i propri soldi durante periodi di incertezza e forte inflazione, però, risulta estremamente complicato. Attualmente non esistono impieghi sicuri di breve periodo in grado di battere l’inflazione. E in seguito dei rialzi dei tassi da parte della BCE si può al massimo strappare un rendimento netto annuo intorno all’1% con alcuni conti deposito. Il rendimento dei BoT a un anno, invece, si aggira intorno allo 0,69%, rendimenti infinitamente inferiori all’inflazione.
Per esclusione, possiamo facilmente dedurre che per battere l’inflazione bisogna investire in strumenti con potenziali rendimenti più alti come le azioni. Data la loro maggiore rischiosità, però, è necessario aumentare l’orizzonte temporale di investimento per rimuovere la volatilità dei mercati azionari di breve periodo.
Allungare l’orizzonte temporale di investimento a 5 anni, per esempio, aumenta enormemente le probabilità di ottenere performance positive rispetto agli investimenti dalla durata di un anno. Come descritto dalla ricerca “J.P. Morgan Guide to Markets”, i rolling return a un anno, dal 1950 al 2021, hanno registrato performance tra il +47% e il -39%, rendimenti estremamente volatili. I rolling return a 5 anni, invece, hanno registrato performance tra il +28% e il -3% all’anno, rendimenti decisamente più stabili.
Possiamo quindi affermare che per i risparmiatori avversi al rischio, o con orizzonti temporali di breve periodo, impiegare i propri soldi per tutelare il proprio potere di acquisto risulta impossibile. Per i risparmiatori più propensi al rischio, o con orizzonti temporali di investimento più lunghi, invece, esistono possibilità che potrebbero non solo tutelare il potere di acquisto, ma far crescere il proprio patrimonio in maniera considerevole.
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