Perché hanno fatto causa a Taylor Swift? Ecco tutte le celebrità che sono state citate

Ilena D’Errico

12 Aprile 2025 - 11:51

Hanno fatto causa a Taylor Swift chiedendo un risarcimento da capogiro. Ecco perché e chi sono tutte le celebrità citate.

Perché hanno fatto causa a Taylor Swift? Ecco tutte le celebrità che sono state citate

Hanno fatto causa a Taylor Swift, citando un gran numero di altre celebrità, in una vicenda molto curiosa.

Per i personaggi dello spettacolo non è così raro trovarsi coinvolti in controversie legali, tra veri e propri scandali e accuse pretestuose per ottenere risarcimenti da capogiro. La popstar statunitense non è nuova a certi meccanismi, ma questa volta viene personalmente accusata di plagio per svariati milioni di dollari. L’andamento della causa e le motivazioni dell’accusa sono probabilmente la parte più sorprendente della questione, considerando che le accuse di plagio (vere o presunte) sono molto frequenti nel panorama musicale.

La cantautrice occupa un posto di rilievo nella musica country e pop di tutto il mondo, ma la sua reputazione sarebbe gravemente compromessa se venisse accertato che copia le sue canzoni. Gli swifties - così vengono chiamati in rete i fan di Taylor Swift - possono però stare tranquilli: non sembrano esserci gravi presupposti di un plagio, senza dubbio non intenzionale, e comunque il procedimento potrebbe essere archiviato per le difficoltà procedurali.

Perché hanno fatto causa a Taylor Swift

A fare causa a Taylor Swift non è un collega, bensì una poetessa della Florida di nome Kimberly Marasco. Quest’ultima sostiene che la cantautrice e la sua casa di produzione, Taylor Swift Productions, abbiano copiato illegittimamente le sue opere per la scrittura di canzoni, ma anche per coreografia e sceneggiatura dei videoclip. Nel mirino, album apprezzatissimi a livello internazionale come «Lover», «Folklore», «Midnights» e "The Tortured Poets Department”. Accuse smentite a gran voce dalla popstar, che nega ogni plagio e ha richiesto l’archiviazione della causa.

Una causa che, come anticipato, ha un valore di a molti zeri: tra 7 e 30 milioni di dollari. Questa è infatti la somma che la poetessa richiede a titolo di risarcimento. Cerchiamo però di capire più nel dettaglio in cosa consiste la presunta violazione del copyright denunciata da Kimberly Marasco, che è al secondo tentativo di giudizio contro la cantante.

Sappiamo che tra i brani principalmente interessati dalla causa ci sono «The Man», «Down Bad», «Illicit Affairs» e «Death by a Thousand Cuts». Di conseguenza, l’accusa di plagio si estende a Jack Antonoff e Aaron Dessner, che hanno contribuito alla scrittura dei testi e hanno già ricevuto la notifica della causa. Resta invece un problema assicurarsi della comunicazione a Swift, che tra impegni lavorativi e rigidi protocolli di sicurezza non sembra esser facilmente rintracciabile.

Proprio per questo la poetessa ha richiesto al giudice di far iniziare il procedimento comunque o quanto meno un rinvio dei termini per avere più tempo a disposizione, che pare non le sia stato riconosciuto. Ecco perché anche questa seconda causa rischia di non andare in porto, atteso che probabilmente non c’è un impedimento comprovato alla notifica alla popstar, anche perché altrimenti nessun personaggio dello spettacolo potrebbe essere citato in giudizio entro i tempi. D’altra parte, gli anni di pubblicazione di alcune canzoni sono incompatibili con la tardiva denuncia della poetessa, che però afferma di non aver ascoltato dischi di Taylor Swift prima del 2024.

Ad ogni modo, sembra che tra le violazioni contestate da Marasco ci sia uno stralcio di “Mastermind”, quando Swift canta “the equation of you” ossia “l’equazione di te”. Ebbene, la poetessa aveva pubblicato una poesia su X intitolata “Elon=MC2”, dove appunto paragonava Musk a un’equazione. L’espressione “stranamente simile” secondo Marasco consiste in una violazione del copyright, ma è piuttosto cavilloso. Lo stesso per quanto riguarda “Midnight Rain” dove il riferimento all’essere consumata dalla sua stessa tempesta sarebbe copiato dalla poesia “Delusional Reality” di Marasco. Proprio nell’articolarsi di queste accuse viene fuori il nome di numerose celebrità, lasciando il pubblico un po’ interdetto.

Ecco tutte le celebrità che sono state citate

Non è ben chiaro il vero motivo per cui le motivazioni depositate da Marasco citino così tante celebrità che non sono direttamente coinvolte nella causa. Alcuni media statunitensi le riportano come risposte della poetessa alle contestazioni della difesa, ma nel complesso potrebbero esser servite per avvalorare la tesi di Marasco, più presumibilmente prendendo spunto da esempi portati come similitudini innocue e comuni nell’ambito artistico.

Si parte con niente di meno che Beyoncé e il brano “If I were a boy”, che secondo gli avvocati della difesa può essere in qualche modo paragonato alla poesia “Ordinary Citizen” che la poetessa ritiene invece sia stata copiata da Taylor Swift con “The Man”. Il contesto e il significato del brano di Beyoncé sono completamente diversi secondo la poetessa, che invece rileva espressioni troppo simili nel brano di Swift. Si procede allo stesso modo anche per Chaka Khan con “A woman in a man’s world” con cui la poetessa non trova neanche similitudini.

Marasco contesta di aver preso ispirazione da “Candle in the Wind" di Elton John e sostiene la differenza di contesto tra “Perfect Storm” di Brad Paisley e la sua poesia “Delusional Reality” nella contrapposizione tra tempeste e raggi di sole. Al di fuori della causa, almeno per quanto ne sappiamo, la poetessa ha preso parte anche ad altre discussioni sulla tematica. In particolare, Kimberly Marasco non ritiene che la canzone di Swift “thanK you aIMee” faccia riferimento a Kim Kardashian (come ipotizzato dai fan per la scelta delle maiuscole), in quanto il testo parla del fatto che soltanto poche persone capiranno il riferimento.

Come se non bastasse, la poetessa ha accusato, per ora informalmente, anche Lady Gaga per aver assunto una posa “stranamente simile” a un disegno usato per un libro di poesie. Un insieme di dichiarazioni che serve a Marasco a provare che “l’industria musicale era a conoscenza” delle proprie opere.

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