Torna il rischio di un prezzo del gas elevato e di uno shock nelle forniture energetiche: c’è l’allarme dell’Italia, cosa succede?
Il 2025 inizia all’insegna delle preoccupazioni energetiche: l’Italia sta già registrando aumenti del prezzo del gas e teme che nei prossimi mesi possano verificarsi dei veri e propri shock in bolletta.
A lanciare l’allerta sul rincaro energetico è stato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin. All’indomani dello stop al transito in Ucraina del gas russo, che non arriverà più nemmeno in Europa dopo questa decisione, il responsabile del Mase ha ricordato che il nostro Paese gode di buone scorte e di sufficiente autonomia da Mosca per gli approvvigionamenti. Tuttavia, l’impatto di questi cambiamenti si riverserà sul prezzo europeo del carburante, con effetti potenziali anche in Italia.
La pressione politica italiana è tutta rivolta all’UE, affinché estenda il tetto ai prezzi del gas naturale, ma fissandolo a un livello molto più basso, per evitare nuovi shock nelle bollette energetiche. Cosa può succedere in Italia e cosa aspettarsi sul costo del gas nel 2025?
Prezzi del gas in aumento, l’Italia rischia bollette sempre più alte
L’Italia ha esortato l’UE affinché riveda la politica del price cap sul gas, con l’intento di fissare un limite molto più basso entro il quale intervenire con tariffe agevolate.
L’Unione Europea ha fissato un tetto di emergenza sui prezzi del gas naturale fino alla fine di gennaio 2025. Il tetto ai prezzi del gas, il cosiddetto “meccanismo di correzione del mercato ” è stato introdotto alla fine del 2022 per proteggere l’industria e le famiglie da picchi eccessivi dei prezzi del gas e dell’elettricità dopo i livelli record registrati alla fine dell’estate 2022, quando la Russia ha interrotto la maggior parte della sua fornitura tramite gasdotto all’Europa.
Secondo quanto stabilito, il meccanismo di correzione del mercato si attiva se il prezzo del mese successivo sul Title Transfer Facility (TTF), il principale parametro di riferimento europeo, supera i 180 euro per MWh per tre giorni lavorativi e il prezzo del TTF del mese successivo è superiore a 35 euro al prezzo di riferimento del GNL sui mercati globali per gli stessi tre giorni lavorativi.
Secondo il ministro italiano, il tetto al prezzo del gas naturale deve essere ora abbassato a (50-60 euro) per MWh, meno della metà del limite di 180 euro.
Cosa teme il nostro Paese? Innanzitutto, bollette più care soprattutto a causa di un contesto di sicurezza energetica tornato a essere molto teso in Europa. Arera ha già comunicato che a dicembre 2024, il costo di riferimento del gas per il cliente tipo è salito del 2,5% rispetto a novembre.
Cosa sta succedendo al prezzo del gas?
La pressione di Pichetto Fratin su un cambiamento del price cap in Europa vuole soprattutto proteggere i consumatori, famiglie e industrie già in affanno nella ripresa, da eventuali speculazioni generate anche dai rischi derivanti dagli ultimi sviluppi per il gas russo.
I motivi di preoccupazione sul prezzo della materia prima non mancano. I futures europei sul gas naturale sono saliti a 51€ per megawattora a inizio 2025, il massimo da ottobre 2023.
La regione deve affrontare temperature gelide senza una rotta di approvvigionamento chiave. I flussi di gas russo attraverso l’Ucraina si sono interrotti il giorno di Capodanno dopo la scadenza di un accordo di transito, senza lasciare alcuna sostituzione e sollevando preoccupazioni circa prelievi più rapidi dagli stoccaggi.
Con le scorte che si stanno già esaurendo al ritmo più rapido dal 2021, le temperature sotto lo zero in alcune parti d’Europa potrebbero aumentare la domanda di riscaldamento. Mentre l’Europa ha abbastanza gas per questo inverno, rifornire le riserve la prossima stagione potrebbe essere costoso. Una maggiore dipendenza dal GNL, comprese le importazioni costose per le nazioni senza sbocco sul mare, aggiunge pressione, soprattutto con l’intensificarsi della domanda estiva dell’Asia.
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