Perché l’oro come bene rifugio non funziona più

Claudia Cervi

26/09/2022

Durante la crisi energetica degli anni ’70, l’oro è stato un bene rifugio contro l’inflazione. Perché ora non funziona più? Tutte le variabili da considerare per investire nell’oro.

Perché l’oro come bene rifugio non funziona più

Oro come bene rifugio? Non luccica più come prima. All’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina l’oro è schizzato sopra i 2.000 dollari oncia/troy con una reazione tipica da scenario risk off, riavvicinando i suoi massimi storici toccati nel pieno della pandemia. Perché non funziona più? Ma è davvero così? Vediamo quali sono tutte le variabili da considerare per investire nell’oro.

Cosa sono i beni rifugio?

L’oro è da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, insieme al dollaro, allo yen, al franco svizzero o al Bund tedesco.

Si considerano beni rifugio quelle attività dotate di un valore intrinseco «reale», che riescono a mantenere un prezzo stabile (o crescente) anche nei periodi di turbolenza dei mercati o quando l’inflazione tende ad aumentare.

Durante le fasi di recessione economica e di forte instabilità dei prezzi, la domanda di beni rifugio aumenta per rispondere a esigenze di protezione. Tra tutti i beni rifugio, l’oro è quello considerato un porto sicuro anche in caso di eventi estremi.

In un contesto come quello che stiamo vivendo ora, afflitto da una crisi geopolitica, dalla guerra e da un’inflazione fuori controllo, gli investitori dovrebbero aumentare l’esposizione in oro. Invece da marzo a oggi l’oro denominato in dollari è crollato di oltre il 20%.

Perché l’oro come bene rifugio non funziona più

Negli ultimi mesi, il ruolo storico dell’oro come bene rifugio è stato messo in discussione. Come ha sottolineato Robert-Jan van der Mark, gestore degli investimenti multi asset di Aegon AM, sono diverse le ragioni per cui l’oro non attrae più gli investitori.

Innanzitutto, l’oro è in competizione con i Titoli di stato americani: fintanto che i tassi Fed erano bassi, l’oro era un investimento più interessante rispetto ai Treasury. Le prospettive di tassi crescenti, ora al 3,25% ma diretti verso il 4,4% entro fine anno, rendono i titoli di stato più remunerativi.

La seconda ragione è che l’oro è denominato in dollari. In qualità di bene rifugio, il dollaro si è apprezzato fortemente da inizio 2021 ad oggi, rendendo più costoso l’acquisto di oro da parte di tutta quella fetta di domanda che acquista in valuta locale: il 50% della domanda globale di oro arriva infatti da Cina e India.

Beni rifugio negli anni ’70 e nel 2022: cosa è cambiato?

Robert-Jan van der Mark fa poi una riflessione confrontando la situazione attuale con quella degli anni ’70. Anche allora il metallo prezioso sottoperformò nelle prime fasi di elevata inflazione. Solo a seguito del deprezzamento del dollaro, l’oro tornò ad aumentare il suo valore, fino a diventare l’asset class con le migliori prestazioni.

Una situazione ben diversa da quella attuale, in cui una Fed dichiaratamente hawkish non è interessata a un indebolimento del dollaro a breve termine. Difficile dunque che si creino le stesse condizioni di quarant’anni fa per far prosperare l’oro.

Guadagnare con l’oro nel 2022

Fatte tutte queste premesse sembra dunque che investire in oro nel 2022 abbia portato a delle perdite di capitale. Facciamo meglio i conti.
Un investitore europeo che ha comprato oro prima della guerra in Ucraina, per esempio il 15 febbraio al prezzo di 1.850 dollari, ha pagato un controvalore di 1.630 euro, contando su un tasso di cambio di 1,1358.

Grafico settimanale Gold in euro Grafico settimanale Gold in euro Fonte TradingView

Il prezzo in dollari è attualmente pari a 1.650 ma espresso in euro è pari a 1.700 circa. Questo significa che l’investitore europeo ha un profitto in conto capitale di 70 euro (da moltiplicare per la quantità detenuta).

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