Perché non dovresti guidare a 140 km/h, lo spiega la scienza

Ilena D’Errico

21/09/2024

Non dovresti guidare a 140 km/h. Questa velocità elevata aumenta il pericolo, è spesso vietata e non è affatto conveniente come credi. Ecco cosa spiega la scienza.

Perché non dovresti guidare a 140 km/h, lo spiega la scienza

Più la velocità di guida aumenta, più cresce il rischio di incidenti, visto che è più difficile controllare il veicolo. Oltretutto, la forza dell’impatto dipende in modo significativo dalla velocità dell’auto, per questo motivo bisognerebbe evitare a ogni costo un andamento troppo rapido. Rispettare i limiti di velocità è fondamentale per la sicurezza (oltre che per il portafoglio) e superarli è pressoché inutile.

Molti pensano di aumentare la velocità per arrivare più in fretta a destinazione, ma il vantaggio non è così elevato come si crede. Anche senza prendere in considerazione tutti i rischi del caso, non dovresti guidare a 140 km/h. Si tratta di un limite generalmente vietato e la scienza spiega che non c’è nessun beneficio apprezzabile nel suo superamento.

Il calcolo matematico alla base di questa affermazione si applica a qualsiasi velocità che di poco supera i limiti imposti dal Codice della strada, ma non è casuale il fatto che tanti matematici prendano come esempio proprio i 140 km/h. Si tratta, infatti, di una velocità vietata in molti Paesi, che è allo stesso tempo abbastanza vicina al limite da rendere quasi nullo il beneficio ma sufficientemente elevata da creare confusione nei conducenti. Ecco cosa c’è da sapere.

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Perché non dovresti guidare a 140 km/h secondo la scienza

Un’insegnante di matematica portoghese ha spiegato il calcolo matematico da applicare per capire quanto tempo si risparmia aumentando la velocità. Per farlo ha preso in esame il limite di 120 km/h imposto sulle autostrade in Portogallo e un superamento di 20 km/h, vale a dire con velocità di 140 km/h. Il calcolo non è affatto complesso, ma non riesce ad essere intuitivo nella vita di tutti i giorni, a causa della confusione generata dall’uso dei parametri sbagliati.

Tutti sanno che andando a 60 km/h ci vogliono 60 secondi per percorrere ogni chilometro. Raddoppiando la velocità, dunque guidando a 120 km/h, il tempo dimezza: per ogni chilometro si impiegano soltanto 30 secondi. In questo caso il risparmio di tempo è notevole, ma semplicemente perché la velocità è stata raddoppiata. Attenendosi al limite, invece, si ottiene una velocità non troppo differente che non permette alcun vantaggio.

Vediamo nel dettaglio quanto tempo è necessario a percorrere un chilometro a seconda della velocità adottata per comprendere meglio.

  • Guida a 40 km/h: 90 secondi per chilometro;
  • guida a 60 km/h: 60 secondi per chilometro;
  • guida a 80 km/h: 45 secondi per chilometro;
  • guida a 100 km/h: 36 secondi per chilometro;
  • guida a 120 km/h: 30 secondi per chilometro;
  • guida a 140 km/h: 25,7 secondi per chilometro;
  • guida a 160 km/h: 22,5 secondi per chilometro.

In Portogallo il limite in autostrada è in genere di 120 km/h. È possibile rispettarlo e arrivare a una velocità massima che consente di percorrere ogni chilometro in 30 secondi oppure oltrepassarlo e risparmiare solamente 4,3 secondi o 7,5 secondi al chilometro (rispettivamente in caso di guida a 140 o 160 km/h).

In Italia la situazione è persino peggiore, visto che nella stragrande maggioranza dei casi il limite di velocità sulle autostrade è pari a 130 km/h. A questa velocità servono 27,7 secondi per ogni secondo, quindi andare a 140 km/h permette di risparmiare appena 2 secondi ogni chilometro.

È evidente che superando ulteriormente il limite anche il vantaggio sulle tempistiche aumenta, ma prima di ottenere qualche beneficio si arriverebbe a velocità inaudite, ben oltre i 200 km/h. Lo stesso meccanismo può essere comunque applicato anche ad altre strade, tenendo conto dell’estrema pericolosità di raddoppiare la velocità rispetto a quella consentita, peraltro per lo più impraticabile.

Aumentando la velocità il tempo di percorrenza diminuisce necessariamente, ma non quanto si pensa. I matematici spiegano, inoltre, che è poco utile applicare questi ragionamenti quando si guida in città. Il traffico rende impossibile il mantenimento di una velocità costante, soprattutto quando molto elevata. Il risparmio di tempo in relazione alla velocità andrebbe quindi calcolato soltanto sui viaggi in autostrada, ammesso che siano lunghi. In proposito, si parla di un risparmio massimo di una decina di minuti in tratti di 500 km.

Insomma, a 140 km/h vai veloce, ma non risparmi tanto tempo quanto credi. Nella vita di tutti i giorni nessun conducente necessita di contare i secondi per arrivare a destinazione, non si vive in una corsa d’auto, soprattutto a fronte delle gravi conseguenze. Come già anticipato, la velocità è direttamente coinvolta nei sinistri stradali, spesso come concatenante alla distrazione, a causa della minore gestibilità del veicolo.

Non perché l’auto funzioni diversamente, ma perché il minimo movimento è determinante e servono riflessi molto rapidi, senza dimenticare dell’allungamento del tempo di frenata. In secondo luogo l’impatto è molto più potente quando la velocità con cui arriva il veicolo è alta e la probabilità di gravi lesioni e morti cresce. Infine, anche se la guida dovesse giungere a compimento senza incidenti, ci sono comunque le sanzioni per eccesso di velocità, definite dall’articolo 142 del Codice della strada come segue.

  • Superamento fino a 10 km/h: multa da 42 a 173 euro;
  • superamento dei limiti tra 10 km/h e 40 km/h: multa da 173 a 694 euro, decurtazione di 3 punti dalla patente;
  • superamento tra 40 km/h e 60 km/h: multa da 543 a 3.382 euro e sospensione della patente di guida da 1 a 3 mesi e decurtazione di 6 punti;
  • superamento di oltre 60 km/h: multa da 845 a 3.382 euro, sospensione della patente di guida da 6 a 12 mesi e decurtazione di 10 punti.

Le sanzioni aumentano in diversi casi, per esempio in caso di recidiva o sinistro stradale, ma in ogni caso potrebbero presto inasprirsi per effetto della riforma del Codice della strada.

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