L’indice dei prezzi Usa preferito dalla Fed sarà il dato chiave di oggi: quali indicazioni dal risultato sul taglio dei tassi? Prudenza e timore dominano gli investitori, ecco perché.
Con i mercati chiusi nelle principali piazze finanziarie mondiali per le festività di Pasqua, oggi gli investitori sono comunque in trepidante attesa.
La misura dell’inflazione preferita dalla Federal Reserve, il rapporto sulle spese per i consumi personali, sarà pubblicata nel primo pomeriggio ora italiana. Anche se le Borse non sono operative, i risultati di questa lettura possono cambiare il sentiment e influenzare i mercati nella prossima settimana.
I benchmark in Giappone, Corea del Sud e Cina continentale hanno mostrato aumenti modesti nella sessione che sta per chiudersi, dopo che i titoli statunitensi hanno invece archiviato il primo trimestre in modo positivo. Nel mese, l’indice S&P 500 è salito del 3,1%. Il Nasdaq ha guadagnato l′1,8% a marzo, mentre il Dow è salito del 2,1%. È stato il quinto mese consecutivo vincente per tutte e tre le medie principali.
A guidare l’euforia in questo trimestre e mese è stata Nvidia, leader di mercato lo scorso anno, poiché la mania dell’intelligenza artificiale non mostra segni di rallentamento. Tuttavia, l’entusiasmo potrebbe non essere duraturo e i dati forti sull’economia Usa potrebbero posticipare il piano Fed di tagli ai tassi. Anche per questo il risultato sull’inflazione statunitense di oggi provoca un certo timore tra gli investitori.
In attesa dell’inflazione Usa, euforia o timore?
Giovedì 28 marzo gli operatori di swap hanno leggermente ridotto le scommesse secondo cui la Fed avrebbe tagliato i tassi già a giugno, in seguito ai commenti del governatore Christopher Waller secondo cui non c’era fretta di abbassare i tassi di interesse.
I rendimenti dei titoli del Tesoro a due anni sono saliti di cinque punti base al 4,62% in una sessione ridotta prima delle festività, mentre il dollaro ha esteso il suo rialzo trimestrale.
I due principali indicatori dell’attività del governo statunitense – prodotto interno lordo e spesa al consumo – hanno registrato forti progressi alla fine dello scorso anno. La fiducia dei consumatori è aumentata notevolmente verso la fine di marzo, sostenuta in parte dai forti guadagni del mercato azionario.
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Oltre alla pubblicazione dell’indice dei prezzi PCE, l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed, i trader monitoreranno attentamente anche il discorso del presidente Jerome Powell sempre venerdì. Qualsiasi indicazione di un’inflazione ostinata o di prudenza nei toni del governatore possono impattare sull’umore dei mercati.
Il taglio dei tassi Fed è atteso a livello globale, ma potrebbe ancora deludere le scommesse degli investitori e innervosire le Borse mondiali.
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