Joe Biden ha confermato l’impegno degli Stati Uniti ad usare la forza per difendere Taiwan da un presunto attacco della Cina. Dietro questa decisione diversi motivi. Vediamo quali.
Non solo l’Ucraina, c’è un altro territorio instabile che vede la sua indipendenza minacciata da una grande potenza mondiale: stiamo parlando di Taiwan. L’isola ubicata a sud-est della Cina è da anni oggetto di attenzione da parte della nazione cinese che vorrebbe mettere le mani su quel territorio che assomiglia ad un pesce fuor d’acqua per il suo governo democratico oltre ad essere la 22esima economia mondiale.
Ma accanto a Taiwan e alla minaccia di un invasione cinese si sono schierati da anni gli Stati Uniti. L’ultima conferma è arrivata qualche giorno fa durante la visita di Joe Biden proprio sull’isola del Pacifico.
Il presidente americano ha risposto ad una precisa domanda di un giornalista: «Non avete voluto immischiarvi nel conflitto ucraino per ovvie ragioni, ma sareste disponibili a essere coinvolti militarmente per difendere Taiwan, nel caso succedesse una cosa simile?». E Biden ha risposto: «Si, questo è l’impegno che abbiamo preso».
Parole che sono bastate per far sì che la Cina rispondesse facendo sorvolare propri aerei militari per qualche minuto sopra lo spazio aereo di Taiwan.
Ma perché gli Stati Uniti sono così interessati a difendere l’indipendenza di Taiwan forse in misura ancora maggiore rispetto all’Ucraina? I motivi sono molteplici e sono sia di carattere strategico che politico-economiche.
I motivi per cui gli Stati Uniti difendono Taiwan
Alla base dell’impegno degli Stati Uniti di difendere Taiwan ci sono diversi motivi. Partiamo con il dire che l’impegno viene da lontano, nel senso che sono anni che la prima potenza mondiale guarda con attenzione a cosa accade nel Pacifico.
Lo scorso anno come confermato da un funzionario dell’apparato della difesa americano al Wall Street Journal gli Stati Uniti hanno schierato un contingente di truppe e un’unità speciale a Taiwan per addestrare l’esercito locale a difendersi da un’eventuale invasione della Cina.
Da Taiwan si dicono convinti che entro il 2025 la Cina sarà in grado di invadere su larga scala l’isola e ci si sta preparando. Il governo taiwanese ha stanziato 8,6 miliardi di dollari per costruire armi e mezzi militari.
La Cina non ha mai riconosciuto l’indipendenza di quella piccola isola e vorrebbe inglobarla a sé. Al momento non ci sono indicazioni di una invasione né a breve né per i prossimi anni. L’Economist però qualche anno fa scrisse che Taiwan «è il posto più pericoloso al mondo» e non ci sono dubbi che se scoppierà una guerra tra grandi potenze, questa possa sfociare proprio dalla piccola isola al largo della Cina.
Ma a parte questo impegno addestrativo gli Stati Uniti si sono detti pronti ad intervenire anche militarmente per difendere l’indipendenza di Taiwan. Il primo motivo è di carattere strategico-militare.
Se la Cina conquistasse Taiwan aumenterebbe di molto la sua influenza sull’Oceano Pacifico. Pechino avrebbe l’egemonia sul mar Cinese meridionale controllando quella porzione di oceano molto importante anche per il Giappone visto che dallo stretto di Luzon passano le navi che trasportano merci in arrivo dagli Usa.
Il secondo motivo è di carattere economico. Taiwan nonostante la sua superficie piccola e i soli 22 milioni di abitanti è la 22esima potenza mondiale. Il motivo? perché è il maggior produttore di microchip al mondo, una componentistica fondamentale per far funzionare i moderni dispositivi tecnologici e per l’industria automotive. Taiwan è quindi fondamentale per l’approvvigionamento di questi microchip sia per la Cina che per gli Stati Uniti.
La Cina ingloberebbe a sé una potenza strategicamente importantissima accrescendo così anche la sua economia.
Il terzo motivo è di carattere ideologico
Il terzo motivo è invece di carattere ideologico. Taiwan da quando è indipendente è diventato il posto più democratico di tutta l’Asia, all’undicesimo posto al mondo.
Questo pesa molto nei ragionamenti degli esperti americani che hanno da sempre incoraggiato la democrazia taiwanese per trasformarla in un modello di successo in contrapposizione al regime autoritario del governo comunista cinese.
Se gli Stati Uniti interverranno lo faranno anche a difesa di un mondo democratico non permettendo che l’autoritarismo prenda il sopravvento sulla democrazia.
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