Si discute per il rinnovo del contratto del settore bancario. I dipendenti chiedono un aumento di 435 euro al mese e maggiore flessibilità. Ecco cosa potrebbe cambiare.
Si discute il rinnovo del contratto collettivo dei bancari, prorogato fino al prossimo 31 dicembre. Entro dicembre si dovranno confermare alcuni temi caldi, come per esempio l’aumento degli stipendi. II bancari chiedono un aumento di 435 euro al mese, oltre a una maggiore flessibilità.
Secondo i sindacati è arrivata l’ora di ripagare i lavoratori dei sacrifici e degli sforzi che hanno consentito al settore bancario utili così elevati. La segretaria di Fisac Cgil, Susy Esposito, ha parlato della necessità di un contratto aggiornato ai tempi che si stanno vivendo.
Per 280 mila lavoratori del settore bancario la trattativa è ora entrata nel vivo. Quali saranno i cambiamenti i bancari in caso venissero accolte le richieste? Ecco cosa sappiamo.
Rinnovo contratto collettivo per le banche: cosa chiedono i lavoratori
Il settore bancario chiede un aumento e molto altro. I lavoratori e le lavoratrici delle banche (circa 280 mila dipendenti) sono interessati alla flessibilità e non solo. I sindacati come Fabi, First Cils, Uilca, Fisac Cgile Unisin chiedono, a nome dei dipendenti, che il contratto collettivo si adegui al momento storico e risponda delle esigenze dei singoli.
Tra questi un aumento di almeno 435 euro al mese e diverse misure di flessibilità. Si chiedono infatti rimodulazioni sull’orario di lavoro, ma anche sul lavoro da remoto, una mobilità snella tra filiali e uffici e sulle politiche commerciali.
Per prendere una decisione il tavolo di confronto ha allunga i tempi. La discussione e forse la firma del contratto collettivo è stata prorogata al 31 dicembre 2023.
Le dichiarazioni dei sindacati: è giusto ripagare il lavoro
La segretaria Fisac Cgil, Susy Esposito, ha spiegato come chiaramente c’è bisogno di un contratto che sia legato ai tempi che stiamo vivendo, così come “abbiamo bisogno di un sistema bancario che abbia un’idea forte su quale ruolo giocare per lo sviluppo del Paese”. Ed è per queste ragioni che il contratto collettivo deve agire sul tema della qualità dell’occupazione e sovvertire a un processo di continuo restringimento. “E sarà necessario confrontarsi sui temi della riduzione dell’orario, sull’introduzione di nuove flessibilità e sul benessere lavorativo - continua Esposito - fornendo risposte anche su profili professionali e sviluppi di carriera”.
Il segretario della Fabi Lando Sileoni ha spiegato che è arrivata l’ora di ripagare anche i lavoratori dei sacrifici e degli sforzi che hanno consentito al settore bancario utili così elevati con il giusto riconoscimento economico. Basta guardare gli utili del settore: dopo la perdita complessiva di 2,5 miliardi nel 2012, si sono attestati a 3,7 miliardi nel 2015, 15,7 miliardi nel 2019, 25 miliardi nel 2022; in 10 anni +1.000%. Al contrario gli utili del costo del personale sono cresciuti molto meno (solo +17%).
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