Il dipendente può assentarsi dal posto di lavoro per testimoniare in tribunale durante un processo? Scopriamolo insieme e vediamo che cosa è opportuno ricordare in tema di permessi del lavoratore.
Tra le regole del diritto del lavoro, previste a favore del dipendente,vi sono quelle molto importanti e relative ai permessi. Basti pensare ai ben noti permessi legge 104, ad esempio, valevoli per poter accudire un familiare disabile convivente. Di seguito però intendiamo soffermarci su una differente categoria di permessi del lavoratore, ovvero quelli legati alle testimonianze da rendere in tribunale.
Può il lavoratore subordinato assentarsi dal lavoro per andare a testimoniare? Il datore di lavoro può obiettare in proposito o è tenuto a consentire, in ogni caso, il permesso in oggetto? Ti anticipiamo subito che la risposta da darsi è positiva, ma nel corso di questo articolo ti daremo anche una serie di informazioni utili per una evenienza di questo tipo, ricordandoti già ora che sono previste indennità e rimborsi in queste circostanze. Perciò se vuoi saperne di più su questi temi, prosegui nella lettura: vedremo insieme che cosa c’è da ricordare in tema di testimonianze del lavoratore e di permessi per testimoniare. I dettagli.
Permessi per andare a testimoniare, esistono? Ecco cosa può fare il datore di lavoro
- Permessi per testimoniare e contesto di riferimento: 3 caratteristiche chiave della prova testimoniale
- Il datore di lavoro può impedire che sia resa la testimonianza dal lavoratore?
- Due casi eccezionali in cui il lavoratore non può testimoniare
- Permessi per testimoniare in tribunale: il ruolo dei Ccnl e della cancelleria
- Il permesso è retribuito?
- Indennità e rimborsi previsti dalla legge
Permessi per testimoniare e contesto di riferimento: 3 caratteristiche chiave della prova testimoniale
Tante volte avrai sentito parlare delle testimonianze rese nei processi civili e in quelli penali, sia sui quotidiani che nei tg, ma che cosa sono esattamente? E quando dunque potresti essere chiamato a renderne una, pur nelle ore in cui saresti altrimenti impegnato a lavoro? Ebbene, sappi che:
- la testimonianza è un obbligo di legge per chi è stato citato in tribunale, e questo vale anche se ricordi poco o nulla dei fatti su cui verte la causa o non se non conosci le parti. Ecco perché ci si potrà non presentare a deporre, soltanto per acclarati motivi di salute i quali, di fatto, impediscono di arrivare all’aula di giustizia;
- essa altro non è che il mezzo di prova consistente nell’assumere da terzi estranei, vale a dire soggetti che non sono parti nel processo e sono senza interessi in rapporto alla specifica causa, dichiarazioni legate ai fatti di rilievo per la decisione del giudice;
- la prova testimoniale può riguardare sia fatti di cui il terzo - in questo caso il lavoratore - ha diretta conoscenza, per essere questi fatti avvenuti in sua presenza, sia fatti di cui abbia sentito parlare da altre persone.
Dopo essere stato citato, il testimone ha il dovere di presentarsi in udienza, di rispettare le prescrizioni date dal giudice in rapporto alle esigenze processuali e di rispondere secondo verità alle domande poste nell’interrogatorio. Non presentarsi in udienza significa rischiare di vedersi inflitta una sanzione consistente nel pagamento di una somma in denaro.
Il datore di lavoro può impedire che sia resa la testimonianza dal lavoratore?
Le testimonianze sono molto diffuse quindi per i lavoratori è certamente possibile essere citati per rendere una. Anzi, se in passato ti è già capitato entrare in un tribunale, forse avrai già fatto caso al fatto che, oltre agli avvocati e al personale amministrativo, per i corridoi spesso si aggirano molte persone “comuni”, vale a dire del tutto estranee alle vicende giudiziarie. Questi, pur non essendo coinvolti direttamente, sono però convocati per raccontare al giudice fatti ed elementi inerenti alla causa.
Molte volte essere citati come testimoni in una causa può risultare una effettiva scocciatura, perché si è costretti o obbligati a presentarsi in tribunale - e questo anche se si ha un impegno urgente da rispettare. Ciò vale anche per chi lavora: l’obbligo di testimonianza prevale comunque sulle ragioni aziendali e del profitto.
In altre parole, laddove un lavoratore dipendente sia citato per una testimonianza, il datore di lavoro non potrà opporsi e impedire l’assenza dal posto di lavoro per recarsi a raccontare i fatti. Sappi inoltre che, se necessario, il cancelliere presso il tribunale potrà emettere un certificato ad hoc, per giustificare questa assenza. Non devi dunque aver dubbi: in queste circostanze l’assenza dal lavoro subordinato, sia pubblico che privato, è sempre ritenuta giustificata.
Due casi eccezionali in cui il lavoratore non può testimoniare
Abbiamo appena ricordato che il tuo datore di lavoro non può impedirti di testimoniare, ma è pur vero che vi sono due importanti eccezioni alla regola dell’obbligo di testimonianza. Quali sono? Evidenziamole di seguito:
- una attiene alle ragioni di salute debitamente certificate (ad es. ricovero in ospedale), ma attenzione perché la giurisprudenza ha precisato che i problemi che giustificano l’assenza debbono essere tali da non permettere al lavoratore-testimone di deambulare, se non con estrema difficoltà. Perciò una lieve indisposizione, un raffreddore o un mal di gola non sono cause sufficienti per non testimoniare.
- anche l’assenza per trasferta di lavoro all’estero potrebbe impedirti di testimoniare, e in questo caso dovrai comunque segnalarla tempestivamente alle autorità.
In ambo i casi non vi sono dubbi: se come lavoratore sei chiamato a testimoniare, ma per il giorno dell’udienza non potrai essere presente, dovrai comunque comunicarlo e il magistrato - se riterrà fondato l’ostacolo - deciderà per una nuova citazione per una successiva udienza. In altre parole potrai essere chiamato a testimoniare in un altro giorno, ed anche in questo caso il datore di lavoro non potrà obiettare nulla.
Permessi per testimoniare in tribunale: il ruolo dei Ccnl e della cancelleria
Tra le varie tipologie di permesso lavorativo (ad es. per donazione di sangue o per lutto) abbiamo anche quelli per andare a testimoniare in tribunale, che di solito sono regolati dalla contrattazione collettiva nazionale. Essi permettono appunto al dipendente di assentarsi dal lavoro per andare a deporre presso le aule di giustizia.
Attenzione però, laddove non vi sia una previsione ad hoc nel Ccnl di riferimento, il lavoratore può richiedere la documentazione utile alla cancelleria del giudice, in modo da giustificare la sua assenza nei confronti del datore di lavoro. Lo rimarchiamo affinché tu non abbia dubbi a riguardo: il datore di lavoro non può opporsi alla tua assenza, anche se ciò in qualche modo può nuocere alla produzione o al profitto. I motivi di giustizia sono infatti considerati sempre superiori a quelli individuali del datore.
Sintetizzando:
- come lavoratore dipendente avrai diritto di non recarti al lavoro per andare a testimoniare,
- a patto di informare tempestivamente il tuo datore e consentirgli di organizzare al meglio la propria attività in tua mancanza.
Per questo permesso dovrai dare idonea documentazione, eventualmente prevista dalla contrattazione collettiva applicabile, o comunque emessa dalla cancelleria del tribunale.
Il permesso è retribuito?
Veniamo ad un punto molto importante: il lavoratore subordinato che debba andare in tribunale a deporre per testimoniare, può accedere al permesso retribuito - sulla scorta delle previsioni contrattuali applicabili al suo caso. Vi sono infatti contratti collettivi i quali prevedono che sia conservato integro il trattamento economico del lavoratore chiamato a testimoniare in cause civili o penali, ed anzi non è raro trovare disposizioni nel Ccnl che prevedono, nel caso il lavoratore debba allontanarsi dal posto di lavoro o località di lavoro, il trattamento valevole per le trasferte.
Mentre per quanto riguarda il pubblico impiego, è stata l’ARAN ad intervenire con un interessante parere, relativo alla questione delle assenze dal servizio di un dipendente a tempo indeterminato del settore scuola, per andare a testimoniare. L’Agenzia ha distinto in particolare il caso in cui il dipendente sia chiamato a testimoniare a favore o per conto dell’amministrazione: in dette circostanze il lavoratore è ritenuto in effettivo servizio, senza obbligo di dover recuperare le ore o le giornate sfruttare per deporre. Non solo, la stessa Agenzia ha precisato che, nel differente caso in cui il dipendente chieda di assentarsi dal servizio per rendere una testimonianza non svolta però nell’interesse dell’amministrazione, l’assenza sarà imputata a ferie, permesso a recupero o permesso per particolari motivi personali.
Indennità e rimborsi previsti dalla legge
Non dimenticare inoltre che, al di là di quanto indicato nel proprio contratto di lavoro e nella contrattazione collettiva nazionale a favore del lavoratore, è in primis la legge a disporre apposite indennità e rimborsi ad hoc, però di importo piuttosto esiguo e da richiedersi su domanda, se sarai chiamato a testimoniare. Il riferimento va agli artt. 45 – 48, D.P.R. n. 115 del 2002, ovvero il Testo unico in materia di spese di giustizia.
In ogni caso tieni conto che, in mancanza di espressa previsione contrattuale, potrai comunque assentarti per il tempo necessario a rendere le dichiarazioni della testimonianza e per le ore di viaggio necessarie, mettendoti d’accordo con il tuo datore di lavoro circa l’istituto da utilizzare che potrà essere ad es. le ferie, l’aspettativa o il permesso.
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