Il nuovo piano industriale tiene in vita gli stabilimenti di Milano e Novi Ligure senza nessun esubero. Dopo quasi due anni di limbo, la compagnia ha vinto la sua battaglia
Pernigotti vince la sua battaglia per mantenere in vita gli stabilimenti italiani e salva tutti i posti di lavoro.
Al termine di una lunghissima battaglia - e almeno una chiusura che era considerata ormai certa - con il piano industriale arrivato oggi sulle scrivanie del Ministero dello Sviluppo economico la compagnia ha di fatto decretato la sopravvivenza della produzione italiana per lo storico marchio.
Il documento prevede la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori durante la riorganizzazione aziendale. Quel che è certo è che gli stabilimenti di Milano e Novi Ligure ripartiranno, mantenendo tutti i 109 dipendenti complessivi (50 a Milano e 59 a Novi Ligure).
Lo stabilimento di Novi Ligure è quello da cui è nata Pernigotti, ben 160 anni fa. Ceduto nel 1995 alla famiglia Averna, nel 2013 è entrato a far parte del gruppo turco Toksoz.
Pernigotti vince la sua battaglia: salvi tutti i posti di lavoro
L’accordo di fatto si concentra sull’impianto di Novi Ligure, l’unico veramente considerato a rischio chiusura battenti.
Tra il 2020 e il 2024 nessun taglio al personale e lavori che andranno avanti arricchendosi di due nuove linee produttive, dopo il periodo di cassa integrazione necessario al riassetto aziendale.
A prendersi carico del rilancio saranno due importanti realtà italiane: la torinese Spes cioccolato e la compagnia Optima di Rimini.
Secondo i sindacati è “il massimo che si poteva ottenere”, e la conclusione a cui si è arrivati è frutto di una “battaglia condotta a partire dalla fine del 2018, che alla fine ha pagato e ora la fabbrica è salva”.
La potenziali chiusure avrebbero potuto portare a oltre 100 licenziamenti e di fatto mettere la parola fine all’italianità di un marchio storico per il Belpaese, ma che a quel punto sarebbe stato prodotto soltanto all’estero.
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