Petrolio iraniano, Trump toglie le esenzioni a 8 Paesi (Italia compresa) e il greggio vola

Mario D’Angelo

22/04/2019

Tornano le sanzioni USA per i Paesi che acquistano il petrolio di Teheran. Trump è determinato a togliere all’Iran la sua principale fonte di entrate

Petrolio iraniano, Trump toglie le esenzioni a 8 Paesi (Italia compresa) e il greggio vola

Il prossimo maggio gli Stati Uniti non rinnoveranno le esenzioni sul petrolio iraniano concesse a otto Paesi, fra cui l’Italia. L’obiettivo di Trump è di “azzerare l’importazione dalla repubblica islamica negandole così “la sua principale fonte di entrate”. Alla notizia, il prezzo del greggio è volato ai massimi da 6 mesi a questa parte. Le quotazioni del WTI sono salite del 2,23% a $65,43 al barile. Il Brent è salito invece di $1.82, o +2.5%, a $73.79 al barile, arrivando al livello più alto da novembre 2018.

USA: stop all’acquisto di greggio da Teheran

In questo modo Cina, Corea del Sud, Giappone, Grecia, India, Italia, Turchia e Taiwan dovranno bloccare l’acquisto del petrolio iraniano, pena le sanzioni degli USA.

Le quotazioni hanno imboccato la via del rialzo dopo un report del Washington Post che citava due funzionari del Dipartimento di Stato, secondo i quali il Segretario di Stato Mike Pompeo avrebbe presto annunciato che sarebbero state interrotte le esenzioni per tutti i paesi che importano petrolio greggio e condensato da Teheran. Lo stop sarà effettivo dal prossimo 2 maggio.

Tornano le sanzioni sul petrolio iraniano

Gli Stati Uniti avevano reimposto le sanzioni nel novembre scorso dopo che il Presidente Donald Trump si era tirato fuori dall’accordo sul nucleare del 2015, stilato dall’amministrazione Obama. Washington aveva comunque garantito a otto dei maggiori importatori delle sanzioni per 6 mesi. Per Trump, l’accordo del suo predecessore era “il peggiore di sempre”.

Nel corso degli ultimi due mesi, il governo degli Stati Uniti aveva discusso sull’opportunità di rinnovare le esenzioni sul greggio dell’Iran, proprio per evitare il rialzo in borsa che avrebbe danneggiato i consumatori americani. Ma questa motivazione non è bastata.

“Oggi annuncio che non garantiremo più alcuna esenzione”, ha detto Mike Pompeo in un briefing, “e arriveremo allo zero”. Una strategia, del resto, che era già annunciata sin dal settembre 2018. L’India, il maggior acquirente del greggio iraniano, aveva già voltato le spalle a Teheran, per il placito di Trump.

Petrolio, quotazioni ai massimi da 6 mesi

Il temuto rialzo, quindi, c’è stato. Brent crude futures ha registrato un più 3% a $72,31 al barile. La quotazione statunitense ha raggiunto i massimi dal mese di ottobre, quando aveva toccato i 65,87 dollari a barile.

Il ritorno delle sanzioni USA, comunque, potrebbe non essere l’unica ragione del rialzo. Un’altra, infatti, potrebbe essere l’inaspettata crescita dell’economia cinese, che nel corso del primo trimestre del 2019 ha ripreso ad accelerare.

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