La battaglia tra Stati Uniti e Russia si combatte anche sul fronte del petrolio: al taglio della produzione dell’Opec+, l’EIA risponde col rialzo delle scorte. Dove andrà il prezzo del WTI?
Petrolio in ripresa giovedì, ma i prezzi sono il campo di battaglia tra Stati Uniti e Russia per il controllo dell’energia. Il Wti recupera quasi 2 punti percentuali scambiando a 83,50 dollari circa dopo il tonfo dell’8% nelle due sedute precedenti. Rimbalza anche il Brent che passa di mano a 89,10 dollari (+1,7%), mantenendosi al di sotto dei supporti a 92 dollari.
Petrolio, aumentano le scorte EIA
Le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono aumentate di 8,8 milioni di barili nella settimana terminata il 2 settembre, a 427,2 milioni di barili come rivelato dall’Energy Information Administration (EIA) nell’ultimo report pubblicato giovedì.
Le importazioni di greggio negli Stati Uniti sono state in media di 6,8 milioni di barili al giorno, con un aumento di 824.000 barili al giorno rispetto alla settimana precedente.
L’aumento delle scorte ha generalmente l’effetto di calmierare i prezzi del petrolio, segnalando una diminuzione della domanda.
In effetti in questo momento «il mercato sta prezzando un forte aumento dei prezzi dell’energia in Europa, il rallentamento della domanda in Europa e l’aumento dei tassi di interesse», ha affermato Phil Flynn, analista di Price Futures Group.
A pesare sulla domanda si aggiungono poi i dati economici deboli cinesi, conseguenti all’estensione delle misure restrittive zero-COVID a nuove città della regione.
Taglio della produzione dell’Opec+
L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e gli alleati guidati dalla Russia, noti collettivamente come OPEC+, ha concordato lunedì di tagliare la produzione di 100.000 barili al giorno nel mese di ottobre: i produttori hanno cercato di frenare il calo del prezzo sotto i 100 dollari, stabilendo di ridurre il numero di barili sul mercato.
Una decisione che non è piaciuta a Joe Biden, che aveva fatto chiesto ad Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e altri produttori di collaborare nella discesa del prezzo dei carburanti.
Secondo JP Morgan, tuttavia, l’Opec+ avrebbe dovuto tagliare la produzione di 1 milione di barili al giorno per fermare drasticamente il calo dei prezzi e per riallineare i prezzi.
Dove andrà il prezzo del WTI?
Il petrolio Wti si trova in questo momento su livelli critici: la flessione subita dal 30 agosto ha spinto i prezzi sotto i supporti orizzontali a 85-86 dollari, minimi di agosto e massimi toccati nell’ottobre 2021, fino al test a 81 dollari circa del duplice supporto offerto dalla base del canale ribassista che contiene la discesa dai top di marzo e dalla trend line che sale dai minimi di novembre 2020.
L’importanza strategica di quest’area è rafforzata dalla presenza di un POC (point of control), livello fondamentale nell’analisi del volume profile, in corrispondenza del quale gli istituzionali scambiano la maggior parte del loro volume di trading e dove accumulano posizioni. Solitamente il prezzo ha delle forti reazioni al test di questo punto.
Infine ricordiamo che a 80 dollari circa si posiziona anche il 38,2% di ritracciamento del rialzo dai bottom di aprile 2020.
Questo significa che difficilmente le quotazioni manterranno questo livello per molto tempo, dando origine a movimenti repentini in una direzione o nell’altra: nel caso di reazione oltre 85-86 dollari, lo slancio acquisirebbe spessore tecnico per target 90 dollari poi a 97-98 dollari.
Nel caso di violazione di 80-81 dollari rischio di affondo verso area 73 almeno.
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