Ecco cosa prevede il piano pandemico 2025-2029: le novità su lockdown, vaccini e Dpcm.
Il governo ha inviato in conferenza Stato-Regioni il piano pandemico 2025-2029. Naturalmente, la pandemia Covid19 è ormai superata e non c’è alcun allarme imminente, ma è stato necessario aggiornare il piano - scaduto già nel 2023 - per determinare le linee guida da adottare in caso di future emergenze sanitarie. Con questo strumento il governo Meloni sottolinea nient’affatto velatamente la divergenza di opinioni e posizioni politiche rispetto al governo Conte. Le dichiarazioni dei vari esponenti politici, infatti, vertono deliberatamente sull’emanazione dei Dpcm, sulla tutela delle libertà personali e sulla limitazione delle vaccinazioni.
Sulla carta, però, il documento non è poi troppo differente da quelli che lo hanno preceduto. Ci sono indicazioni sanitarie da seguire a prescindere dall’indirizzo politico, tenendo conto delle istruzioni degli esperti, ovviamente dei medici in particolar modo. Non deve essere stata una sfida facile ottemperare alle svariate - e spesso contrapposte tra loro - richieste dei cittadini rispettando comunque i precetti per rispettarne la salute. In questo, non sembrano esserci appunti da fare. Le misure necessarie al contenimento di eventuali virus, tenendo sempre come esempio il Covid19, vengono prescritte, sulla falsariga delle indicazioni mediche.
Ci si trova dinanzi a un equilibrato compromesso, autodefinito come ispirato ai principi cardine del Servizio sanitario nazionale: giustizia, equità, non discriminazione e solidarietà. Il piano pandemico promuove infatti la tutela delle fasce di popolazione più vulnerabili, predisponendo le misure idonee secondo il criterio scientifico, adottando la proporzionalità e la ragionevolezza per non limitare oltre lo stretto necessario la libera espressione dei cittadini. Il piano è stato così commentato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci:
Il piano è stato inviato ieri alle Regioni, adesso lo stanno esaminando e a breve avremo il responso. C’è la copertura economica, prevista in Finanziaria, che prima non c’era. Saranno tutelate le libertà e soprattutto i cittadini. (...). La pandemia ha segnato profondamente la vita di tutti noi e del Servizio sanitario nazionale. Dalla lezione della pandemia dobbiamo capire cosa non ha funzionato ed è, penso, in primis, la medicina territoriale. Stiamo lavorando per far sì che ci sia una sanità più moderna è vicina ai cittadini. Dalla pandemia abbiamo imparato quanto siano importanti gli operatori sanitari che sono al centro della nostra attenzione», ha detto il ministro. «La sanità è cambiata e ci vogliono anche nuove competenze per vincere le sfide che ci aspettano. Dalla medicina digitale alla telemedicina.
Lockdown, vaccini e Dpcm: le novità nel piano pandemico
Le controverse polemiche sulle vaccinazioni obbligatorie rappresentano l’esempio perfetto che ben riassume la linea adottata in questo piano pandemico. Coerentemente con quanto sancito dai medici e dall’Oms, fondato nella letteratura scientifica, viene ribadita l’importanza dei vaccini per contenere la diffusione dei virus e incentivare la famosa immunità di gregge. Viene però specificato che le vaccinazioni non devono essere considerate l’unico strumento nel contrasto alle pandemie, invitando a usufruire di tutti i mezzi a disposizione, per esempio il contenimento nei presidi terapeutici. Si punta anche all’informazione e alla sensibilizzazione della cittadinanza, senza però “utilizzare toni drammatici, generare discriminazioni e stigma sociale”.
Insomma, si cerca di accontentare tutti senza far venir meno le precauzioni per la salute né le libertà individuali. Proprio su quest’ultimo tema, il nuovo piano pandemico esclude le misure coercitive o limitative della libertà, quali appunto il lockdown e le quarantene imposte. Le eventuali misure rese necessarie in caso di emergenza, sempre ben ponderate, potranno essere adottate soltanto con leggi o atti aventi forza di legge, in via del tutto eccezionale e in ogni caso temporanea. Gli esponenti ci tengono quindi a sottolineare che non potranno più essere usati i Dpcm a questo scopo, pretendendo di ispirarsi ai principi di trasparenza e solidarietà nella gestione di eventuali situazioni emergenziali.
Nel piano, si legge anche della necessità di attenersi ai principi costituzionali, quasi come un monito. Non bisogna però dimenticare che le restrizioni imposte durante la pandemia di Covid19 hanno effettivamente sollevato controversi dibattiti nel mondo giuridico, ancora non del tutto risolti. L’adozione di regole chiare, incontrovertibili e ben definite può quindi rivelarsi estremamente funzionale, al di là delle modalità di comunicazioni e delle personali ideologie.
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