Il piatto vuoto si può far pagare?

Alessandro Nuzzo

08/08/2023

È giusto che un ristoratore si faccia pagare un piatto vuoto per condividere una pietanza con gli altri commensali? Ecco cosa dice la legge.

 Il piatto vuoto si può far pagare?

Grazie alla potenza mediatica dei social non è raro che scontrini «particolari» facciano il giro del web scatenando non poche polemiche. Di solito siamo abituati a vedere scontrini dal prezzo folle di locali magari ubicati in zone turisticamente molto rinomate. Negli ultimi giorni a salire alla ribalta è invece stato lo scontrino di un’osteria per l’aggiunta sul conto finale di una voce alquanto singolare.

Lo scontrino è stato poi pubblicato sui social dalla giornalista Selvaggia Lucarelli scatenando un’ondata di indignazione da parte di chi crede sia davvero eccessiva una richiesta del genere. Sullo scontrino dell’osteria di Finale Ligure oltre alle voci delle pietanze, bibite e coperto era presente un’aggiunta di 2 euro per piattino condivisione.

In pratica la titolare ha inserito un sovrapprezzo di 2 euro per la richiesta dei commensali di un piatto vuoto aggiuntivo in modo da far assaggiare una porzione di trofie al pesto anche alla figlia di 3 anni. Un prezzo extra che probabilmente non è stato comunicato in anticipo ai clienti che, alla vista dello scontrino, è rimasta molto perplessa.

La pubblicazione del documento sul web ha scatenato quella che si chiama review bombing, ovvero l’ondata nel giro di poche ore di recensioni negative su un prodotto, film o appunto un locale con lo scopo di fargli calare la reputazione sulle sue qualità. Recensioni fatte con il semplice scopo di danneggiare il locale anche senza avergli mai messo piede. Nel giro di 24 ore sono arrivate per l’osteria numerose recensioni su Google da 1 stella, dalle 200 alle 250 che ne hanno fatto precipitare la valutazione a 3 su 5.

La titolare ha difeso il suo operato e intervistata ha detto: «Quando il cliente entra in un locale accetta il menù, che viene esposto fuori. Nel caso specifico i clienti avevano preso un primo e un secondo in tre. Di piatti supplementari ne ho portati ben quattro, per questo ho fatto pagare due euro: voglio che i clienti sappiano che per noi quello è un lavoro in più». Al di là della decisione personale di far pagare per un piatto vuoto, cosa dice la legge a riguardo?

Si può far pagare il piatto vuoto?

Ovviamente la legge non indica lo specifico caso in questione ma la Direttiva 98/6/UE, recepita dal Codice del Consumo, D.Lgs. 206/2005, art. 14-17 indica l’obbligo da parte dei negozi di esporre i prezzi sui prodotti in vetrina così come i ristoranti sono obbligati ad esporre il menù con i prezzi sia all’esterno del locale che ovviamente all’interno. Sul menù oltre ai prezzi delle pietanze devono essere indicati obbligatoriamente costo del coperto, del pane più l’indicazione degli allergeni e l’uso di prodotti congelati.

La mancata esposizione dei prezzi comporta per i ristoratori una sanzione che può arrivare anche a 308 euro. I clienti che si accorgono dell’irregolarità possono segnalare l’accaduto alla Polizia che provvederà a redigere verbale dopo un controllo ed arrivare anche a sospendere la licenza nei casi più gravi.

Per quanto riguarda il piatto aggiuntivo vuoto, non esiste obbligo di scrivere la voce sul menù ma i ristoratori sarebbero comunque tenuti ad informare i clienti del sovrapprezzo al momento della richiesta. Al di là dell’obbligo o meno in gioco c’è la correttezza e la trasparenza nei confronti del cliente. Episodi simili, spinti dal clamore mediatico, possono realmente rovinare la reputazione di un locale. Il ristoratore ha tutto il diritto di chiedere un prezzo aggiuntivo ma deve specificarlo in anticipo anziché inserirlo soltanto alla fine sullo scontrino tra lo stupore del cliente.

Quello del piatto vuoto non si tratta comunque di un caso isolato. Già nel lontano 2012 il Codacons venne interpellato per un episodio simile di una trattoria che inserì nel menù la voce piatto vuoto. In quel caso l’extra fu di 0.30 centesimi.

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