L’agenzia ha diffuso un rapporto in cui rivede al rialzo del previsioni sul Pil dell’eurozona ed esclude un rialzo dei tassi da parte della BCE a breve.
In un rapporto pubblicato oggi e intitolato Ratings Direct (Economic Outlook Europe Q4 2021: A Faster-Than-Expected Liftoff), S&P Global Ratings ha rivisto al rialzo le sue previsioni sulla crescita economica dei paesi dell’eurozona nel 2021, rispetto a quanto atteso precedentemente.
L’economia dovrebbe crescere del 5,1% nel 2021 secondo S&P, previsione maggiore rispetto al precedente 4,4% e molto simile a quelle diffuse oggi dalla Banca centrale europea.
La forza del recupero economico, aggiungevano gli analisti, ha dato impulso all’inflazione, ma questo non dovrebbe spingere la BCE al rialzo dei tassi di interesse prima del 2024.
Crescita dell’eurozona rivista al rialzo da Standard & Poor’s
Il rimbalzo dell’economia europea da quando sono state tolte le restrizioni a marzo/aprile “è stato sorprendentemente forte, sia in termini di Pil che di occupazione”, spiega Marion Amiot, economista senior dell’agenzia.
La crescita maggiore del previsto si è arrivata soprattutto nel secondo trimestre, quando il Pil è cresciuto del 2,2%. Il risultato mostra come, nonostante alcune restrizioni all’economia, le vaccinazioni hanno dato fiducia ai consumatori, i quali sono tornati a spendere.
Inoltre, la ripresa è stata sostenuta anche dal ritorno agli investimenti da parte delle aziende, fiduciose in un futuro migliore anche grazie alle prospettive di maggiori investimenti governativi.
Proprio la spinta arrivata dal secondo trimestre ha portato gli analisti di S&P ad aumentare le previsioni di crescita per quest’anno dal 4,4% al 5,1% e il raggiungimento del livello precisi del Pil potrebbe arrivare in anticipo di un trimestre rispetto alle precedenti previsioni dell’agenzia.
Infine, S&P conferma le sue previsioni per il prossimo anno, con la crescita del Pil dell’eurozona che dovrebbe attestarsi al 4,5% nel 2022.
Il rialzo delle previsioni risulta in linea con quanto comunicato dalla BCE nel suo bollettino economico. Gli esperti dell’istituto, infatti, hanno rivisto al rialzo la crescita del Pil nell’eurozona dal 4,7% al 5%.
Per quanto riguarda i prossimi anni, nel 2022 la crescita dovrebbe arrivare al 4,6%, mentre nel 2023 dovrebbe rallentare al 2,1%.
L’inflazione e le previsioni sul tasso UE
Nel rapporto di S&P si sottolinea come la forza della ripresa economica abbia causato carenze di materiali e un aumento dei prezzi delle materie prime.
Questi fattori hanno spinto l’agenzia a rivedere al rialzo anche le previsioni sull’inflazione per il 2021, aumentandole dall’1,8% al 2,2%.
Tuttavia, gli esperti continuano a vedere una decelerazione dell’inflazione al di sotto dell’obiettivo (2%) della Banca centrale europea nel corso del prossimo anno, sulla base di un’evoluzione salariale contenuta e di un rallentamento della crescita.
L’attuale aumento dell’inflazione è visto come transitorio, pertanto non rappresenta un motivo che possa spingere la BCE all’inasprimento della sua politica monetaria, aggiunge il rapporto.
S&P vede probabile, invece, che la BCE interrompa gli acquisti netti di asset nell’ambito del PEPP entro la fine di marzo 2022: “ci aspettiamo che l’istituto intensifichi il suo programma di acquisti nell’ambito del suo QE tradizionale (APP), ed eventualmente lo ridefinisca”.
Pertanto, la BCE non dovrebbe interrompere la sua politica di acquisizione di obbligazioni prima della fine del 2023, “escludendo così qualunque rialzo dei tassi fino alla fine del 2024”, prevede Amiot.
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