L’ISTAT ha comunicato i dati definitivi sul Prodotto Interno Lordo italiano confermando una crescita del 2,7% nel secondo trimestre 2021.
Il Prodotto Interno Lordo italiano nel secondo trimestre è cresciuto del 2,7% rispetto ai tre mesi precedenti.
Il dato è stato confermato dall’Istat nella giornata di oggi, mentre l’istituto ha rivisto al 17,2% (dal +17,3% precedente) il dato confrontato con gli stessi tre mesi del 2020, i più colpiti dalla crisi da pandemia.
L’istituto di statistica ha sottolineato che il secondo trimestre 2021 presentava una giornata lavorativa in più sia rispetto al precedente che ai secondi tre mesi del 2020.
Il PIL italiano e l’aumento della domanda
Con un aumento del 2,7% del PIL nel secondo trimestre 2021, sono cresciuti anche tutti i principali aggregati della domanda interna, con incrementi del 3,4% per i consumi finali nazionali e del 2,6% degli investimenti fissi lordi.
Cresciute anche le importazioni e le esportazioni, rispettivamente del 2,4% e del 3,2%, aggiunge l’istituto di statistica.
La domanda nazionale al netto delle scorte risulta aver contribuito positivamente per il 3,1% alla crescita del PIL, in particolare grazie al +2,8% dei consumi delle famiglie e allo 0,5% degli investimenti fissi lordi, mentre la spesa delle Amministrazioni Pubbliche è calata dello 0,2%.
Negativa l’incidenza delle scorte nel secondo trimestre, con un calo dello 0,8%, mentre l’apporto della domanda estera netta è risultato positivo nella misura di 0,3 punti percentuali.
Tra i settori con un andamento congiunturale positivo per il valore aggiunto troviamo industria e servizi, cresciuti dell’1,5% e del 3%, mentre non ha visto grandi cambiamenti quello aggiunto dell’agricoltura.
Il risparmio degli italiani
Il secondo trimestre 2021 ha visto un calo della propensione al risparmio delle famiglie, causato dalla ripartenza dei consumi, aumentati in termini nominali del 5,4%.
La propensione al risparmio delle famiglie è stimata dall’ISTAT al 12,9%, segnando un calo del 4,1% rispetto al trimestre precedente, ma sempre a livelli superiori a quelli pre-pandemia.
Il reddito disponibile è aumentato dello 0,5%, anche se l’aumento dei prezzi ha frenato l’incremento del potere di acquisto, in crescita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.
La pressione fiscale e la pubblica amministrazione
Il secondo trimestre è stato caratterizzato anche da una riduzione della pressione fiscale. In particolare, il calo è stato pari allo 0,5%, riducendo le imposte al 41,9% rispetto al precedente 42,4%.
Inoltre, l’indebitamento delle Amministrazioni Pubbliche in rapporto al PIL è stato pari al -7,6%, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente risultava pari al -12,9%.
Il saldo primario delle amministrazioni pubbliche, ovvero l’indebitamento al netto degli interessi passivi, è risultato negativo, con un’incidenza sul PIL del -3,6%, rispetto al -8,7% del secondo trimestre 2020.
Infine, il saldo corrente delle amministrazioni pubbliche è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul PIL del -1,0% (-8,0% nel secondo trimestre del 2020).
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