Il Pil Usa resta forte: mercato dovrà riconsiderare un taglio dei tassi su tre?

Mattia Prando

26/07/2019

Secondo Vincenzo Longo, Market Strategist di IG, il Pil Usa del secondo trimestre evidenzia una crescita americana ancora incoraggiante e genuina. Se le condizioni positive dovessero mantenersi tali anche nel prossimo mese, il mercato sarà costretto a riconsiderare almeno uno dei tre tagli previsti alla fine dell’anno

Il Pil Usa resta forte: mercato dovrà riconsiderare un taglio dei tassi su tre?

Secondo i dati preliminari rilasciati dal Bureau of Economics Analitycs, il Pil Usa nel secondo trimestre 2019 si è attestato al 2,1%, battendo in tal modo le stime degli analisti, i quali si attendevano una misurazione all’1,8%.

La lettura è risultata anche ben al di sopra delle previsioni della Fed di Atlanta, che si aspettava un Pil a stelle e strisce all’1,3%. In questo quadro, il dato ha evidenziato un rallentamento rispetto al 3,1% dei primi tre mesi dell’anno.

Con il dato di oggi, gli Usa hanno segnato il quattordicesimo mese consecutivo di crescita superiore all’1%. Si tratta della serie più lunga dal secondo trimestre 2000.

Una crescita ancora forte

Nello specifico, a rallentare la crescita sono stati il calo dell’export (passato da un +4,1% ad un -5,2%) e la diminuzione delle scorte e degli investimenti non residenziali. Questi elementi sono stati solamente in parte bilanciati dal rialzo dei consumi e della spesa governativa.

Secondo Vincenzo Longo, Market Strategist di IG, il Pil Usa del secondo trimestre evidenzia una crescita americana ancora incoraggiante e genuina, in quanto “la portata del dato viene viene amplificata dalla sensazionale ripresa dei consumi e dal contestuale calo delle scorte”, commenta l’esperto. Per Longo, questi fattori sono in grado di creare ancora aspettative positive per i prossimi trimestri.

Il Market Strategist di IG sottolinea però come il calo dell’export sia una nota particolarmente negativa, che potrebbe essere stata penalizzata da un biglietto verde ancora molto forte.

In generale, se l’attuale congiunzione dovesse venire confermate nel prossimo mese, il mercato sarà costretto a riconsiderare almeno uno dei tre tagli previsti alla fine dell’anno. L’analista del broker anglosassone sostiene comunque che non verrà messo in discussione l’abbassamento del costo del denaro atteso per la settimana prossima (il 31 luglio si terrà infatti il meeting della Federal Reserve).

Questo perché il chairman dell’istituto centrale a stelle e strisce, Jerome Powell, ha affermato di agire a causa del deterioramento sull’outlook dovuto ai crescenti timori globali.

La reazione del mercato: salgono i rendimenti dei Treasury, Dollaro Usa fermo

Alla pubblicazione del dato, sono saliti i tassi dei titoli di Stato americani, mentre l’Eur/Usd ha iniziato un lieve recupero, dopo un iniziale ribasso. “Questi elementi ci spingono a pensare come anche gli investitori al momento non credono in un passo indietro della Banca centrale statunitense in vista della prossima settimana”, chiosa Vincenzo Longo.

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