Le azioni Pirelli fanno registrare una delle performance peggiori del Ftse Mib a seguito della pubblicazione dei conti al 30 giugno. Al di là dei numeri, è la debolezza del comparto auto a preoccupare.
Seduta all’insegna delle vendite per le azioni Pirelli che, in un contesto già negativo (il Ftse Mib perde l’1,74% a 21.192,59 punti), segnano un rosso del 5,09% a 5,114 euro.
In calo di oltre cinque punti percentuali in altrettante sedute, le azioni Pirelli negli ultimi tre mesi arretrano del 14,6% mentre rispetto a un anno fa valgono il 26,7% in meno.
Trimestrale Pirelli: “high value” a quasi 1,8 miliardi di euro
La società ha reso noto di aver chiuso il primo semestre con ricavi per 2.654,8 milioni di euro, +1,4% a livello organico, grazie a ricavi “high value” saliti del 6,2% a 1.787,6 milioni. L’incidenza sul fatturato di questa divisione passa al 67,3%, contro il 64% al 30 giugno 2018.
L’Ebit adjusted è sceso di circa 10 milioni a 440,5 milioni (margine che passa dal 17,1 al 16,6 per cento) mentre l’utile netto delle attività in funzionamento ha segnato un +68,8% a 307 milioni “grazie anche riporta la nota della società- ai benefici derivanti dal riconoscimento dei crediti di imposta in Brasile”.
Escludendo l’impatto del principio contabile IFRS 16, l’indebitamento netto è pari a 4.022 milioni di euro (4.491,8 milioni di euro includendo IFRS 16), dai 3.180,1 milioni di euro al 31 dicembre 2018. L’incremento è legato alla “consueta stagionalità del capitale circolante e al pagamento di dividendi”.
Trimestrale Pirelli: la ragione del tonfo delle azioni
A spingere al ribasso le azioni del gruppo della Bicocca è la seconda modifica della guidance per l’esercizio in corso (Trimestrale Pirelli: rivista al ribasso guidance su ricavi Q1, titolo in rosso).
In particolare, la view sull’incremento dei ricavi scende dal +3/+4 al +1,5/+2,5% a causa della “prolungata debolezza della domanda sul Primo Equipaggiamento e mutato scenario competitivo”
L’incidenza del segmento “high value” è stata confermata a “circa il 67%” mentre il price/mix è visto tra il +4,5% e il +5% (fra +5% e +5,5% la precedente indicazione) “a fronte di una maggiore competizione sui prezzi, in particolar modo sullo Standard e sui prodotti High Value a minore contenuto tecnologico, e del diverso mix di prodotto e geografico”.
Il margine Ebit “depurato” sull’intero anno è stimato al 18/19%, rispetto a maggiore o uguale al 19%, scende anche il dato relativo gli investimenti 2019, che da circa 400 passano a circa 380 milioni “coerentemente con il nuovo scenario di mercato”.
Infine, il rapporto tra posizione finanziaria netta ed Ebitda adjusted ante costi di start up è visto a fine 2019 fra 2,33x e 2,20x (fra 2,50x e 2,37x includendo l’impatto IFRS16), rispetto a 2,49x a fine 2018.
Trimestrale Pirelli: il giudizio degli esperti
“Confermiamo le stime già limate dopo i deboli dati di mercato di giugno (adjusted Ebit 987 milioni), aggiungendo solo 20 milioni di ulteriori oneri di ristrutturazione (che salgono a 70 milioni) per svalutazioni legate al taglio costi”. Così gli analisti di Equita hanno commentato i conti e la revisione della guidance.
Sulle azioni Pirelli la valutazione è “buy” con prezzo obiettivo a 7,5 euro, oltre 46 punti percentuali sopra i livelli attuali.
Kepler Cheuvreux ha invece ridotto il prezzo obiettivo su Pirelli da 6 a 5,7 euro, confermando il giudizio “hold”. Le stime di utile per azione sono state ridotte del 7,1% per quanto riguarda il 2019 e del 9,7% sul prossimo esercizio.
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