I risultati del sondaggio di Money.it: per il 46% dei rispondenti le colpe dei ritardi nel Pnrr sono del governo Meloni, il 26% invece punta il dito contro Conte e il 19% contro Draghi.
Pnrr, la colpa del ritardo è del governo Meloni. Questo è il responso del sondaggio di Money.it lanciato mentre in Italia, ma anche a Bruxelles, è alta l’attenzione in merito alle difficoltà che il Belpaese starebbe riscontrando nell’attuare il complesso programma da 191 miliardi del nostro Recovery Fund.
Come si può vedere dai risultati del sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo stato realizzato a campione, per il 46% dei rispondenti le colpe dei ritardi nel Pnrr sarebbero del governo Meloni.
Non sono pochi però quelli che pensano che la responsabilità di fondo sia del secondo governo Conte che, oltre ad aver ottenuto questo fiume di denaro, ha realizzato la prima bozza di stesura del piano.
Il 19% invece attribuisce la colpa al governo Draghi, che ha scritto la versione definitiva del Pnrr e gestito il cronoprogramma fino allo scorso ottobre, momento dell’insediamento dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni; infine soltanto il 9% punta il dito contro l’Unione europea.
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Il sondaggio sulle colpe nel Pnrr
Dopo poco più di un anno dal suo avvio ufficiale in Italia già è tempo di polemiche sul Pnrr, il piano che grazie ai suoi 191 miliardi stanziati dall’Europa e ai 30 miliardi di risorse aggiuntive nostrane in teoria dovrebbe cambiare da qui al 2026 il volto al nostro Paese.
Il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto, che ha in mano il dossier del Pnrr, ha ammesso che sarà impossibile per l’Italia realizzare entro il 2026 tutti i progetti, mentre la Commissione europea al momento ha congelato la nostra terza rata da 19 miliardi per fare alcuni approfondimenti.
Stando al sondaggio, le responsabilità di questo ritardo per i lettori sarebbero del governo Meloni che, dopo aver dichiarato di “essere pronto” dopo il successo elettorale, starebbe riscontrando adesso più di una difficoltà.
Di certo però non può essere esente da responsabilità il governo Draghi, con i membri di allora che però hanno assicurato di aver lasciato tutto in ordine, ma un rispondente su quattro ritiene che le colpe vadano ricercate addirittura al Conte bis.
A prescindere dalle responsabilità, l’Italia rischia seriamente non solo di perdere una parte dei soldi del Pnrr, ma anche la faccia in Europa con i frugali che già sono pronti a mettere una pietra tombale sulla possibilità di fare anche in futuro del debito comune.
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