I casi di polmonite nei bambini di Cina e Francia fa preoccupare anche i genitori italiani. Com’è la situazione nella penisola?
Dopo la Cina e la Francia, la preoccupazione per una sorta di epidemia di polmonite tra i bambini cresce anche in Italia. Eppure secondo quanto riportato dal responsabile Dipartimento emergenza, accettazione pediatria generale dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, non sono aumentati gli accessi giornalieri al pronto soccorso.
Rispetto ai dati relativi alla Cina e alla Francia, l’Italia è più concentrata su i casi di influenza e in particolare con il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS).
I dati lasciano quindi ben sperare sull’assenza di un allarme polmoniti tra i bambini, in quanto il batterio presunto responsabile dell’aumento di accesso al pronto soccorso di Francia e Cina non sembra ancora arrivato in Italia. Come spiega Alberto Villani dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù infatti nella struttura non stanno arrivando bambini come quelli descritti in Francia e Cina, con sintomi compatibili con Mycoplasma pneumoniae.
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Polmoniti nei bambini, in Italia non scatta l’allarme: quali sono i dati
In Italia non è ancora scattato l’allarme per le polmoniti che colpiscono i più piccoli. Rispetto a Cina e Francia - quest’ultima ha visto crescere gli accessi in pronto soccorso per polmoniti nella fascia 0-2 anni del +44% - in Italia i dati sono comparabili con gli anni precedenti e in alcuni casi anche in negativo. Al momento quindi il possibile agente alla base delle infezioni pediatriche, il batterio Mycoplasma pneumoniae, non sembra essere arrivato in Italia.
Secondo Alberto Villani, responsabile del Dipartimento emergenza, accettazione e pediatria generale dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, tale agente non è inusuale. Infatti il Mycoplasma pneumoniae è uno dei batteri più frequenti nelle infezioni pediatriche, insieme allo Streptococco.
Sono proprio questi due microrganismi quelli più coinvolti nelle infezioni che riguardano i bambini e soprattutto quelli di fascia di età compresi tra 0 e 2 anni.
In Italia non allarme, ma prevenzione
Rispetto a quanto sta accadendo in Cina e in Francia, al momento la situazione italiana non prevede allarme. In ogni caso il Mycoplasma pneumoniae è facilmente combattuto attraverso una terapia antibiotica.
Per evitare che la preoccupazione diventi allarme e l’allarme si traduca in una richiesta di accesso in pronto soccorso non necessaria, è bene conoscere i sintomi da monitorare. Per questo gli esperti stanno rilasciando diverse dichiarazioni in merito ai sintomi da riconoscere e quando iniziare a preoccuparsi per la salute dei più piccoli. Rispetto ad altre polmoniti, quella da Mycoplasma pneumoniae è sì facilmente risolvibile con una terapia, ma anche più complicata da diagnosticare.
Il problema sono i sintomi, che spesso possono essere confusi con altro. Tra i sintomi più comuni si trovano una tosse insistente, senza produzione di catarro e febbre, ma non così alta da impossibilitare il bambino o la bambina nello svolgimento delle attività quotidiane. Proprio per questo è più difficile da diagnosticare.
Quali sono i sintomi da monitorare?
Le polmoniti che si sono presentate in Francia e in Cina hanno dei sintomi comuni come tosse e febbre, mentre quelli specifici e che devono allertare i genitori sono altri. I sintomi generici possono essere confusi con altre tipologie di patologie, mentre difficoltà a respirare, febbre alta e mancanza di appetito possono segnalare in maniera più accurata la polmonite.
In caso si presentino questi sintomi è quindi necessario prima recarsi del proprio medico di famiglia e in caso di necessità al pronto soccorso, ma solo per i casi più gravi. Tra questi rientrano i bambini che hanno meno di sei mesi di vita, anche con sintomi lievi o sintomi più gravi per i bambini più grandi.
In ogni caso l’allarme rientra a fronte dei dati che non mostrano problemi con la terapia antibiotica. Questa infatti è una cura efficace, ma soprattutto disponibile per tutti.
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