Inizia la presidenza polacca del Consiglio dell’UE: quali sfide dovrà affrontare Tusk? La sicurezza è in primo piano. Ecco cosa aspettarsi.
Il 1° gennaio 2025 la Polonia ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione Europea, che durerà per sei mesi come stabilito dalle regole di Bruxelles.
Il Paese polacco, in ottemperanza a questa funzione, ha il compito di guidare il lavoro del consiglio e rappresentare tutti gli Stati membri nei negoziati con altre istituzioni dell’UE. Il ruolo, ricordiamo, ruota tra i 27 membri dell’UE ogni semestre, con l’Ungheria che ha concluso il suo controverso mandato a dicembre.
Segnata dalla guerra in corso nella vicina Ucraina e dalle crescenti tensioni al confine tra Polonia e Bielorussia, che il Primo Ministro Donald Tusk ha definito un esempio di “guerra ibrida”, la presidenza di Varsavia si concentrerà sul rafforzamento della sicurezza e della difesa europea secondo gli analisti.
In linea con il motto “Sicurezza, Europa!”, infatti, la presidenza polacca sosterrà le attività volte a rafforzare la sicurezza europea in tutte le sue dimensioni: esterna, interna, informativa, economica, energetica, alimentare e sanitaria come ufficialmente annunciato. Cosa aspettarsi nel semestre di presidenza UE polacco?
Presidenza Consiglio UE alla Polonia: quali obiettivi nel semestre?
Composto da tutti i capi di Stato e di governo degli Stati membri dell’UE, il Consiglio europeo stabilisce l’agenda e le priorità dell’UE e discute la legislazione proposta dalla Commissione europea.
“Siamo pronti ad assumere la presidenza”, ha affermato Adam Szłapka, ministro per gli Affari dell’Unione Europea, in una conferenza stampa a dicembre, “ma per noi è anche importante che l’Europa parli la nostra lingua e noti ciò che è più importante. Oggi non c’è niente di più importante che assumersi la responsabilità della nostra sicurezza comune”, ha aggiunto.
Inevitabilmente, le questioni internazionali preoccupano la Polonia più di altri Stati o regioni europee. Insieme ai Paesi baltici, infatti, la nazione polacca ha fatto pressione affinché l’UE fornisca più supporto militare e finanziario all’Ucraina dopo l’invasione su vasta scala della Russia nel 2022. Varsavia ora teme che l’accordo di pace tanto decantato di Trump possa costringere l’Ucraina a cedere territori alla Russia, rafforzando così le ambizioni geopolitiche di Mosca.
Con la guerra di Putin alle porte, tra tensioni globali e sfide interne, la sicurezza degli europei è il fondamento e il fattore unificante: questo è il ritornello che da Varsavia si diffonderà nelle sedi istituzionali di Bruxelles nei prossimi mesi.
Il programma ufficiale della presidenza polacca del Consiglio dell’UE, come si legge nel sito istituzionale, si concentra sulle “sette dimensioni della sicurezza europea”:
- difesa e sicurezza
- protezione delle persone e dei confini
- resistenza alle interferenze straniere e alla disinformazione
- garantire la sicurezza e la libertà di impresa
- la transizione energetica
- agricoltura competitiva e resiliente
- sicurezza sanitaria
Un tema caldo che vede la Polonia in prima linea è anche quello delle sanzioni contro le materie prime energetiche russe. Il presidente del Consiglio dei ministri polacco Tusk ha già chiesto misure più ampie possibili contro Mosca e ha fatto sapere di voler innalzare le barriere alle importazioni di GNL russo dall’UE, nonché di voler colpire la tecnologia nucleare e la filiera di approvvigionamento del carburante che continua a generare entrate per il Cremlino durante la presidenza UE.
Nei prossimi sei mesi la Polonia ospiterà oltre 300 riunioni ufficiali, tra cui 22 consigli informali dei ministri dell’UE. Il primo appuntamento all’ordine del giorno sarà la riunione dei ministri dell’Istruzione prevista per il 21 e 22 gennaio, seguita dall’incontro dei ministri della Giustizia e degli Affari Interni del 30 e 31 gennaio.
Polonia presidente di turno UE: quali contesti interno e mondiale?
La presidenza polacca segue una controversa presidenza ungherese. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha usato infatti il suo ruolo per bloccare ripetutamente le sanzioni dell’UE contro la Russia durante la guerra in Ucraina e decantare la sua controversa “missione di pace” per porre fine alla guerra.
L’ascesa della Polonia alla ribalta dell’Unione Europea giunge anche in un momento critico della politica interna del Paese. Il cambio avviene poco più di un anno dopo la cacciata del governo nazional-conservatore polacco Diritto e Giustizia e solo pochi mesi prima delle elezioni presidenziali, che molti vedono come un banco di prova per il partito Coalizione civica di Tusk.
La Polonia sotto il precedente governo ha dovuto affrontare multe e blocchi ai fondi per essersi scontrata con la leadership dell’UE su questioni come i diritti LGBTQ+ e l’immigrazione, e per controverse riforme giudiziarie che l’UE ha ritenuto un regresso democratico.
“Ci siamo assunti la piena responsabilità di ciò che sta accadendo e accadrà in Polonia nei prossimi anni”, ha affermato Tusk, decisamente più pro-UE del suo predecessore, in una dichiarazione rilasciata in occasione dell’assunzione della presidenza da parte della Polonia.
Intanto, l’UE si troverà a sfidare anche la presidenza Trump, che inizierà ufficialmente il 20 gennaio e che minaccia l’Europa con i suoi dazi. Ucraina, Russia, energia, tariffe commerciali, competitività industriale comunitaria sono temi irrinunciabili in questo semestre a guida polacca.
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