Dal tentativo di sospendere le multe per chi non accettava i pagamenti con carte e bancomat, il governo sembra voler invece puntare sul Pos obbligatorio per contrastare l’evasione fiscale: ecco come.
L’obbligo di Pos torna più prepotente che mai, anche con il governo Meloni. Non sarà definibile come un vero e proprio cambio di passo, però effettivamente l’esecutivo sembra voler puntare sull’utilizzo del Pos per contrastare l’evasione fiscale. Una mossa in controtendenza con la battaglia iniziata con la manovra, quando la maggioranza voleva addirittura eliminare le multe per chi non accettava pagamenti elettronici sotto i 60 euro.
Dalla quasi eliminazione dell’obbligo in pochi mesi si è passati alla centralità del Pos, che probabilmente assumerà un ruolo fondamentale nella lotta all’evasione. Nel Def, spiega Il Sole 24 Ore, si fa riferimento ai pagamenti elettronici proprio quando si parla di contrasto all’evasione.
Il mancato utilizzo del Pos da parte di commercianti e professionisti potrebbe diventare una sorta di spia, che consentirebbe al Fisco di accendere la luce su aziende e operatori: in caso di incongruenza dei dati relativi ai pagamenti elettronici, l’Agenzia delle Entrate scriverebbe al commerciante o al professionista che lo utilizza poco. Entriamo nel dettaglio.
leggi anche
Bonus Pos per ridurre le commissioni sui pagamenti elettronici: cos’è, come funziona e chi può averlo
L’obbligo di Pos
L’obbligo di Pos, alla fine, è rimasto. Commercianti e professionisti devono accettare il ricorso ai pagamenti con carte e bancomat per qualsiasi importo. Se non si accettano i pagamenti elettronici può scattare una sanzione amministrativa da 30 euro, a cui aggiungere il 4% del valore della transazione rifiutata. Le regole non sono quindi cambiate nel 2023, nonostante l’intenzione dichiarata dal governo nella manovra di eliminare le multe per chi rifiutava pagamenti al di sotto dei 60 euro: alla fine, dopo la pressione dell’Ue, le sanzioni sono rimaste in caso di rifiuto di qualsiasi transazione, indipendentemente dall’importo.
Pos, come verranno utilizzati per i controlli
Cosa dice il Def sul Pos e sulla lotta all’evasione? Si parla delle novità introdotte nel 2022, come le sanzioni e l’obbligo di trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate da parte di banche e intermediari: devono essere inviati tutti i dati identificativi degli strumenti di pagamento elettronico.
Sulla base di questi dati l’amministrazione finanziaria potrà utilizzare i dati delle fatture elettroniche e dei corrispettivi telematici trasmessi da esercenti e professionisti per incrociarli con quelli relativi ai pagamenti con il Pos.
leggi anche
Pos, che fine ha fatto il taglio delle commissioni? Cosa succede ora per pagamenti e sanzioni
Le lettere di compliance per chi non usa il Pos
In caso di discordanza tra questi dati, per il Fisco si accende una spia. Il mancato ricorso ai pagamenti elettronici potrebbe evidenziare il pericolo di maggiore evasione e per questo l’Agenzia delle Entrate invierà in questi casi delle lettere di compliance. Ai contribuenti interessati sarà rivolto l’invito a chiarire ed eventualmente sanare la propria posizione fiscale, in caso di incoerenza dei dati.
Gli altri controlli del Fisco sui dati
Il governo punta al contrasto dell’evasione anche in altro modo, per esempio con l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica a tutti i soggetti finora esenti. Così il Fisco avrà altri dati da incrociare per avere chiari tutti i numeri, dal fornitore all’utente finale che, magari, avrebbe voluto pagare con il Pos e non ha potuto perché gli è stato negato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti