Per superare lo stallo politico si parla di un possibile pre-incarico o mandato esplorativo: ecco come funzionano le due opzioni al vaglio di Mattarella.
La formazione del prossimo governo ormai è una sciarada che ci riporta indietro negli anni della Prima Repubblica, dove era quasi la prassi passare da una crisi politica all’altra e assistere a lunghe trattative per far nascere un esecutivo.
Ecco dunque che in questi giorni sono tornati in uso due termini molto in voga in quel periodo: pre-incarico e mandato esplorativo. Vediamo allora cosa significano, quali sono le differenze e perché, al termine del secondo giro di consultazioni, il Presidente Sergio Mattarella starebbe pensando a una di queste due soluzioni per superare l’attuale pantano politico.
Pre-incarico e mandato esplorativo
Quando si sono chiuse le urne lo scorso 4 marzo e sono cominciati a uscire i risultati del voto, subito in molti hanno in qualche modo ironizzato sul fatto che in quel momento la persona meno invidiata del paese fosse il Presidente Mattarella.
La situazione di sostanziale ingovernabilità infatti appariva subito palese, con la poca fiducia nella “responsabilità” e buon senso dei vari partiti che andavano a completare un quadro dove non sembrava emergere in alcun modo una possibile maggioranza.
Un sentore questo che dopo oltre un mese dal voto è diventato realtà: nonostante due giri di consultazioni, nessun leader politico sembrerebbe intenzionato a mutare le proprie posizioni di partenza e nessun accordo appare essere all’orizzonte.
Toccherà quindi a Sergio Mattarella cercare di “stanare” i partiti e dare un’accelerata vista anche la crisi in Siria. Ecco dunque che il Presidente starebbe pensando a un pre-incarico oppure a un mandato esplorativo.
Come noto è il Quirinale che assegna a un possibile premier l’incarico di formare un governo. In mancanza però di numeri certi, il Presidente della Repubblica può dare anche quello che viene chiamato un pre-incarico.
Questo viene assegnato a un politico che, come avvenne con Bersani nel 2013, deve cercare di trovare una maggioranza di governo parlando con gli altri partiti. Se ci riesce, ecco che si spalancano per lui le porte di Palazzo Chigi.
Un mandato esplorativo invece viene dato a una carica dello Stato (Presidente del Senato o della Camera), che avrà il compito di aiutare il Colle facendo dei propri giri di consultazione in maniera meno formale allo scopo di smuovere le acque.
Essendo stati eletti da una maggioranza parlamentare, può capitare però che la seconda o la terza carica dello Stato riescano loro stessi a poter trovare i numeri per governare. Il mandato esplorativo quindi si può trasformare anche in un incarico pieno.
Le due opzioni di Mattarella
Cosa farà adesso Sergio Mattarella? Inizialmente si pensava che la soluzione più scontata fosse quella di dare un pre-incarico a Luigi Di Maio o a Matteo Salvini, ma il non passo indietro di Silvio Berlusconi ha complicato i piani.
Al momento né il leader del Movimento 5 Stelle né quello della Lega vogliono rischiare di bruciarsi, facendo così la fine che toccò a Bersani cinque anni fa quando furono i pentastellati a chiudere la porta in faccia all’allora capo del PD.
Vista la situazione, sta prendendo sempre più forza l’ipotesi di un mandato esplorativo. Nel caso in pole ci sarebbe la figura del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, data più papabile rispetto al collega della Camera Roberto Fico.
La Alberti Casellati quindi, se dovesse arrivare il mandato esplorativo, inizierebbe una serie di consultazioni per cercare di trovare una maggioranza senza escludere la possibilità che sia alla fine proprio lei a guidare il governo.
Così come Fico, la Presidente del Senato è stata eletta con i voti del Centrodestra e del Movimento 5 Stelle. Le stesse forze politiche quindi potrebbero consegnare alla Alberti Casellati le chiavi di Palazzo Chigi per un governo che comunque rimarrebbe di forte impronta istituzionale.
Se Sergio Mattarella avrà dunque fretta di formare un nuovo governo allora affiderà un mandato esplorativo a uno dei due Presidenti, altrimenti si potrebbe pazientare ancora un po’ e aspettare che la telenovela tra Di Maio, Salvini e Berlusconi, giunga al proprio epilogo.
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