Previsioni economiche 2024, Onu lancia l’allarme su cosa succederà

Alessandro Nuzzo

7 Gennaio 2024 - 15:44

Il nuovo rapporto WESP pubblicato dalle Nazioni Unite presenta una previsione per il 2024 poco confortante. Guerre, crisi climatiche e tassi di interesse elevati nel mirino.

Previsioni economiche 2024, Onu lancia l’allarme su cosa succederà

L’Onu ha pubblicato il nuovo report «World Economic Situation and Prospects 2024» con cui si cerca di prevedere come andrà il 2024 da un punto di vista economico a livello globale. E purtroppo anche per le Nazioni Unite le prospettive non sono molto rosee. Nel prospetto si prevede un rallentamento della crescita globale che dal 2,7% stimato del 2023 passerà al 2,4% del 2024. Si tratta di una tendenza sempre inferiore rispetto ai dati pre pandemia che si aggiravano sul 3%.

Cosa rallenterà la crescita globale

Tra i motivi che rallenteranno la crescita economica troviamo le tensioni geopolitiche con un inasprimento dei conflitti sopratutto in Ucraina e Israele, i tassi di interesse che continuano ad essere elevati, il rallentamento del commercio internazionale e l’aumento dei disastri climatici. Tutte cause che pongono sfide significative alla crescita globale.

Purtroppo il rialzo dei tassi di interesse che persisterà probabilmente anche per il 2024 rallenterà la crescita economica sopratutto in economie sviluppate come gli Stati Uniti, dove la crescita rallenterà proprio a causa dei tassi elevati. Ma le condizioni finanziarie più restrittive stanno rallentando la crescita anche di economie in via di sviluppo in particolare in Asia orientale, Asia occidentale, America Latina e Caraibi.

La buona notizia è che l’inflazione dovrebbe diminuire ulteriormente nel corso del 2024: dal 5,7% stimato nel 2023 al 3,9% di quest’anno. Il report però indica di porre ancora attenzione perché la pressione sui prezzi resta elevata e qualsiasi ulteriore escalation dei conflitti geopolitici rischia di rinnovare l’inflazione. Da gennaio 2021, i prezzi al consumo nelle economie in via di sviluppo sono aumentati complessivamente del 21,1%, erodendo in modo significativo i guadagni economici ottenuti in seguito alla ripresa post Covid-19.

Dalla ripresa post pandemica, il report evidenzia come il mercato del lavoro a livello globale sia ripartito in modo disomogeneo. Mentre paesi come Cina, Brasile, Turchia e Russia segnalano un calo della disoccupazione, globalmente aumenta il gap di genere e c’è un’elevata disoccupazione giovanile.

Poi c’è il problema del cambiamento climatico. Il 2023 ha visto l’estate più calda di sempre dal 1880 ad oggi che ha portato incendi, inondazioni e siccità in tutto il mondo. Questi eventi hanno avuto impatti economici importanti su agricoltura e infrastrutture. A causa del cambiamento climatico, gli studi hanno previsto perdite sostanziali per l’economia globale.

Mentre i paesi sviluppati hanno continuato a indirizzare investimenti in settori sostenibili e tecnologici come l’energia rinnovabile e le infrastrutture digitali, i paesi in via di sviluppo si trovano ad affrontare sfide come la fuga di capitali e la riduzione degli investimenti diretti esteri.

Necessaria secondo l’Onu una maggior cooperazione internazionale tra i vari Stati per stimolare la crescita e promuovere la transizione verde. «Ridurre – ed eventualmente eliminare – i sussidi ai combustibili fossili, dare seguito agli impegni finanziari internazionali, come l’impegno di 100 miliardi di dollari a sostegno dei Paesi in via di sviluppo, e promuovere il trasferimento di tecnologia sono fondamentali per rafforzare l’azione per il clima a livello mondiale», si legge.

Nel presentare il report WESP 2024, il segretario generale dell’Onu António Guterres, ha comunque cercato di infondere fiducia nel futuro auspicandosi che il 2024 sia l’anno in cui finalmente si possa uscire da questo momento difficile da un punto di vista economico. «Sbloccando investimenti grandi e coraggiosi possiamo promuovere lo sviluppo sostenibile e l’azione per il clima e mettere l’economia globale su un percorso di crescita più forte per tutti», ha detto.

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