Le ultime novità sui dati dei prezzi al consumo in Italia e in Eurozona confermano un quadro incerto: l’inflazione di fondo è alta, la Bce correrà ancora sui tassi? Cosa c’è da sapere.
Con i nuovi dati - preliminari - di febbraio sull’inflazione in Eurozona e in Italia si fa più luce su cosa sta realmente accadendo ai prezzi al consumo.
Se da una parte c’è il rallentamento dei costi energetici, dall’altra il cosiddetto indice core (che non considera beni energetici e alimentari) non si sta raffreddando.
L’inflazione dell’Eurozona è scesa meno di quanto previsto da molti economisti a febbraio, alimentando le aspettative che la Banca centrale europea aumenterà i tassi di interesse più volte quest’anno.
In Italia, Istat ha spiegato che il “carrello della spesa” risale rispetto a gennaio.
Cosa c’è da sapere sui prezzi al consumo e cosa sta realmente accadendo all’inflazione europea e italiana?
Inflazione in Europa: c’è un nuovo record. Bce in allerta
La crescita dei prezzi al consumo è diminuita solo leggermente all’8,5% su base annua fino a febbraio per i 20 Paesi con la moneta unica, dall’8,6% di gennaio.
I prezzi di servizi, beni e generi alimentari sono aumentati più rapidamente nonostante il rallentamento del rialzo dei prezzi dell’energia. Gli economisti intervistati da Reuters si aspettavano che la cifra scendesse all’8,2%.
L’inflazione core, che i banchieri centrali osservano da vicino in quanto esclude i prezzi dell’energia e dei generi alimentari per fornire un quadro più chiaro delle pressioni sottostanti, è salita a un nuovo record nell’Eurozona del 5,6%, in aumento rispetto al 5,3% del mese precedente.
I prezzi dei servizi, la principale componente dell’inflazione core, sono aumentati al 4,8% dal 4,4%, generando preoccupazione poiché il settore è particolarmente sensibile alla crescita dei salari e l’aumento suggerisce un’accelerazione del costo del lavoro.
Nel frattempo, l’inflazione dei beni industriali è salita al 6,8% dal 6,7%, mentre la crescita dei prezzi dei prodotti alimentari non trasformati è balzata al 13,6% dall’11,3%.
Christine Lagarde ha dichiarato, prima della stima flash, che mentre l’inflazione sarebbe probabilmente aumentata un po’a febbraio, era sulla buona strada per diminuire “molto di più a marzo”.
Intanto, c’è scetticismo su cosa accadrà. I mercati sono dubbiosi e un indicatore a lungo termine delle aspettative di inflazione basate sul mercato è salito al 2,5% il 2 marzo, con un aumento di quasi 25 punti base in sei settimane.
Europa: le aziende stanno approfittando dell’inflazione?
Per capire cosa sta accadendo ai prezzi in Eurozona, tra pressioni con la guerra in Ucraina e mosse della Bce, c’è una riflessione avanzata da Reuters piuttosto interessante.
Come riporta l’agenzia di stampa, la scorsa settimana i responsabili politici della Banca centrale europea si sono riuniti e hanno affrontato una questione: le aziende stanno approfittando dell’elevata inflazione mentre i lavoratori e i consumatori pagano il conto.
La narrazione macroeconomica prevalente negli ultimi nove mesi è stata che i forti aumenti dei prezzi per qualsiasi cosa, dall’energia al cibo ai chip per computer, stavano spingendo i costi per le aziende nei 20 paesi che compongono la zona euro.
Tuttavia, è emerso un quadro leggermente diverso nella riunione, hanno detto tre fonti che hanno partecipato. I dati hanno mostrato che i margini di profitto delle aziende sono aumentati anziché diminuire, come ci si potrebbe aspettare con costi di input che aumentano così bruscamente.
“È chiaro che l’espansione degli utili ha svolto un ruolo più importante nella storia dell’inflazione europea negli ultimi sei mesi circa”, ha affermato Paul Donovan, capo economista di UBS Global Wealth Management.
Cosa significa? L’idea è che le aziende abbiano aumentato i prezzi oltre i loro costi, gravando così sui consumatori e sui lavoratori. Quali implicazioni da questa novità?
L’inflazione alimentata da margini aziendali più elevati tende ad autocorreggersi, poiché le aziende alla fine frenano gli aumenti dei prezzi per evitare di perdere quote di mercato.
Quindi, secondo gli economisti intervistati da Reuters, una nuova narrativa sull’inflazione incentrata sui margini potrebbe dare ai membri più accomodanti del Consiglio direttivo alcune munizioni per lottare contro ulteriori rialzi dei tassi.
Il dibattito dovrebbe riprendere alla prossima riunione politica della Bce il 16 marzo, quando la banca ha promesso di aumentare i tassi al livello più alto dall’apice della crisi finanziaria nel 2008.
Italia: allarme carrello della spesa
La lettura preliminare dell’inflazione di febbraio in Italia ha evidenziato un +0,3% mensile e un +9,2% annuale, in rallentamento rispetto al +10,0% annuale di gennaio.
Tuttavia, il quadro generale è più complesso e così riassunto:
“A febbraio, secondo le stime preliminari, si consolida la fase di rapido rallentamento dell’inflazione (scesa a +9,2%). La flessione è frutto dell’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei Beni Energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata.”
“Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei Beni alimentari, lavorati e non, dei Tabacchi e dei Servizi, tutti in accelerazione tendenziale. Come conseguenza di tali andamenti, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo (+6,4%) e quella del cosiddetto “carrello della spesa”, che risale a +13,0%, dopo il rallentamento osservato a gennaio”
In sintesi, si accentua il pessimismo su ulteriori rialzi dei tassi da parte della Bce e sulle implicazioni che questi incrementi potranno avere sulla crescita (domanda dei consumatori, investimenti delle imprese, rialzo di mutui e oneri di debito per lo Stato).
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