Prezzi del gas di nuovo in corsa: la spinta in questi fattori chiave

Violetta Silvestri

8 Novembre 2021 - 11:40

I prezzi del gas fanno il balzo e salgono, così come la tensione Europa-Russia sulle consegne della preziosa materia prima. Cosa succede e quali previsioni nel breve termine?

Prezzi del gas di nuovo in corsa: la spinta in questi fattori chiave

I prezzi del gas europeo crescono in seguito ai segnali che la Russia non proseguirà con l’aumento delle forniture promesso dal presidente Vladimir Putin.

I futures negoziati nei Paesi Bassi sono balzati a un picco del 9,7% a 81 euro, con le spedizioni di gas tramite un importante gasdotto russo ben al di sotto della norma in questo lunedì 8 novembre. A peggiorare le cose, il gas scorreva verso est dalla Germania alla Polonia di prima mattina, al contrario della normale direzione.

La tensione tra Russia e Unione Europea nell’ambito energetico non si placa e i prezzi della risorsa così cruciale per il vecchio continente minacciano un inverno difficile.

Il gas dalla Russia non arriva: prezzi avanzano

Il più grande fornitore europeo di gas aveva promesso di inviare più carburante nella regione a partire da lunedì 8 novembre, con Putin che ha ordinato a Gazprom di riempire i suoi siti di stoccaggio europei dopo il completamento della campagna di immagazzinaggio in Russia.

Tuttavia, il colosso energetico russo ha dichiarato che non venderà gas spot questa settimana.

L’impatto di questa deludente novità per l’Europa non si è fatto attendere: i futures sul gas europeo sono aumentati del 7,1% a 79,25 euro al megawattora alle ore 10.00 di stamane ad Amsterdam. In precedenza, prezzi hanno raggiunto 81,23 euro, il più alto dal 28 ottobre.

L’equivalente contratto del Regno Unito ha guadagnato l’8% a 206,74 pence a therm.

Da sottolineare, inoltre, che i flussi in Germania - al punto di misurazione di Mallnow che si trova al confine con la Polonia - sono ripresi giovedì dopo essersi fermati più di recente il 30 ottobre, ma sono stati nuovamente interrotti sabato 6 novembre, scatenando la spinta rialzista nei mercati del gas europei.

Gli analisti hanno notato che la Russia non aveva prenotato capacità aggiuntiva a Mallnow né attraverso l’Ucraina ai valichi di Sudzha o Sokhranovka, un’altra rotta di esportazione di gas verso l’Europa, smorzando ulteriormente le speranze di ulteriori forniture in Europa oggi.

La rete del gas tra tensioni Russia-Europa, domanda cinese e offerta USA

Rimane piuttosto teso il clima tra Bruxelles e Mosca. Dopo il G20, infatti, la Russia ha bocciato il progetto sul quale preme l’UE della neutralità dai combustibili fossili entro il 2050.

La data non è congeniale alla nazione di Putin e il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov ha tirato dritto:

“Nessuno può convincerci che il 2050 è un punto di riferimento obbligatorio per tutti. Noi in Russia non vogliamo essere guidati da promesse superficiali e sulla base dei nostri calcoli abbiamo fissato l’anno 2060 come scadenza per raggiungere la neutralità carbonica

La trama complessa del mercato del gas coinvolge anche USA e Cina. Pechino sta aumentando la domanda di gas russo e potenzialmente diventerà l’importatore di questa risorsa maggiore al mondo, secondo la società di ricerca Wood Mackenzie.

In focus c’è anche la potenza americana. I prezzi globali del gas naturale sono vicini ai massimi record, con le utility in Europa e in Asia che competono per qualunque carico di GNL prima dell’inverno.

La domanda di questa materia prima è aumentata del 40% negli ultimi cinque anni poiché le imprpese sostituiscono il gas al carbone più sporco, ma l’offerta non ha tenuto il passo con la domanda - e non lo farà per diversi anni.

La crescita del mercato ha stimolato il rapido sviluppo di terminali di liquefazione nei grandi esportatori tra cui gli Stati Uniti, destinati a diventare il più grande produttore di GNL per capacità il prossimo anno.

Tuttavia, la spesa per nuovi progetti si è interrotta nel 2020 e all’inizio del 2021 circa una dozzina di aziende hanno segnalato piani per le decisioni finali di investimento (FID) sui progetti proposti. Ma solo uno, Costa Azul di Sempra Energy in Messico, ha iniziato la costruzione nel 2020, mentre numerosi altri sono stati prorogati nel 2022.

Tradotto: c’è carenza strutturale negli USA per l’offerta di gas naturale, mentre la domanda sale e con essa i prezzi.

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