Il prezzo del petrolio continua a crescere, ma è d’obbligo una riflessione sulla dinamica della domanda globale e il suo futuro imminente.
Il prezzo del petrolio ha raggiunto livelli record con il Brent a 91 dollari e il WTIa 88 dollari, massimo del 2023. Questo aumento è scaturito dalle crescenti preoccupazioni per le restrizioni nell’offerta globale dell’OPEC+. I principali produttori di petrolio mantengono un controllo disciplinato sull’offerta, contribuendo a sostenere i prezzi. Inoltre, l’aspettativa che la Federal Reserve mantenga stabili i tassi di interesse a settembre ha alimentato l’ottimismo sui prezzi del greggio.
L’industria petrolifera ha sempre avuto familiarità con il concetto di «picco dell’offerta di petrolio», un punto in cui la produzione petrolifera raggiunge il suo massimo e inizia a declinare. Tuttavia, oggi ci troviamo di fronte a un concetto altrettanto rilevante ma meno discusso: il «picco della domanda di petrolio». Questa prospettiva può sembrare contraddittoria, soprattutto considerando la crescita economica e demografica globale. In questo articolo esamineremo le ragioni per cui il picco dell’offerta di petrolio non si è ancora concretizzato e perché dovremmo credere che il picco della domanda di petrolio sia ormai inevitabile.
L’offerta di petrolio (pilotata ma stabile)
Contrariamente alle previsioni iniziali, il mondo si trova ora in una situazione di relativa abbondanza. Le riserve globali di petrolio sono aumentate da 682 miliardi di barili nel 1980 a 1732 miliardi nel 2022. Allo stesso modo, la produzione globale di petrolio è cresciuta da 32 milioni di barili giornalieri (MMBD) nel 1965 a oltre 94 MMBD nel 2022. Questi dati indicano che le riserve petrolifere attuali hanno ancora un’aspettativa di vita di circa 53 anni, a cui si aggiungono le riserve da perforazione orizzontale e da fracking negli Stati Uniti.
Tuttavia, le decisioni di Arabia Saudita e Russia di prolungare i tagli alla produzione petrolifera per 1,3 milioni di barili al giorno promettono di accentuare la carenza di petrolio a livello mondiale e di contrarre le riserve globali. Questo potrebbe dunque spingere il prezzo del greggio oltre i 90 dollari nel breve-medio periodo, con fasi di maggiore volatilità.
Picco della domanda di petrolio entro il 2030
Con la produzione petrolifera in aumento, al netto delle limitazioni dell’OPEC+, l’attenzione si sta spingendo verso il picco della domanda di petrolio. Questo passaggio di prospettiva è motivato dai cambiamenti strutturali nell’industria automobilistica. Storicamente, il settore automobilistico ha guidato la domanda di petrolio, ma ora sta rapidamente trasformando il suo panorama. L’adozione crescente dei veicoli elettrici ha iniziato a segnare una svolta significativa. Nel 2022, la flotta globale di 26 milioni di veicoli elettrici rappresenta già l’1,76% del totale delle auto in circolazione.
Sulla base delle attuali tendenze e delle previsioni di penetrazione dei veicoli elettrici, è ragionevole prevedere che la domanda di petrolio raggiungerà il picco entro l’attuale decennio. Le diverse stime oscillano tra il 2025 e il 2028, ma è chiaro che il cambiamento è ormai inevitabile. Questo spostamento verso fonti energetiche più sostenibili richiederà una strategia oculata da parte dei paesi esportatori di petrolio, che dovranno prepararsi a una graduale transizione verso nuovi modelli economici.
Attualmente l’OPEC ha stimato che la domanda di petrolio raggiungerà il picco entro il 2045, con circa 109,8 milioni di barili al giorno. McKinsey ha già rilevato un rallentamento, dopo oltre 30 anni di crescita stabile superiore all’1% annuo. I suoi analisti ritengono che il picco sarà raggiunto entro il 2029. Anche Bloomberg ritiene che il picco della domanda di petrolio avverrà entro il 2027. Quindi dal 2030 le dinamiche che muovono i prezzi potrebbero cambiare sostanzialmente.
Andamento del petrolio nel medio-breve termine
Il prezzo del petrolio ha superato recentemente la resistenza chiave a 83,50 circa, indicando la fine del trend ribassista da marzo 2022 e suggerendo possibili aumenti nei prossimi mesi. L’obiettivo potenziale è tra 90 e 93 dollari. Tuttavia, la crescita continua della produzione petrolifera negli USA potrebbe limitare i rialzi nel medio termine. Nel breve periodo, potrebbe verificarsi un piccolo ritracciamento per bilanciare l’ipercomprato presente sugli indicatori di momentum, ma gli esperti ritengono che questo non possa minacciare il rally. Fino a ottobre, i prezzi potrebbero oscillare tra 82 e 92 dollari per il WTI, mentre con l’arrivo dell’inverno, i prezzi potrebbero avvicinarsi ai 100 dollari.
In conclusione, il prezzo del petrolio potrebbe ancora salire nel medio termine, ma è nel cambiamento della domanda che risiede la vera svolta. L’industria del petrolio e del gas è destinata a evolversi e il picco della domanda di petrolio rappresenta una tappa significativa in questo percorso di trasformazione.
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