Il prezzo del petrolio torna a soffrire: i motivi del tonfo che sta coinvolgendo le quotazioni di Brent e WTI
Il prezzo del petrolio è tornato a perdere ampio terreno nella prima giornata della nuova settimana.
Ancora una volta i motivi che hanno determinato la flessione delle quotazioni (sia Brent che WTI) sono stati diversi.
Eppure, al centro del dibattito è finita nuovamente la guerra commerciale tra gli USA e la Cina, la stessa che nel corso degli ultimi mesi ha già avuto impatti sul prezzo del petrolio.
La quotazione del WTI nel corso dell’ultimo anno
Prezzo del petrolio: focus su guerra commerciale
Come anticipato, a pesare sulle quotazioni di Brent e WTI sono state ancora una volta le preoccupazioni legate alla guerra commerciale.
Nella giornata di venerdì Donald Trump ha messo in dubbio la sua volontà di eliminare definitivamente i dazi contro la Cina, mentre sabato ha espresso ottimismo sull’andamento dei colloqui, pur ribadendo che gli USA firmeranno un accordo soltanto se questo sarà effettivamente positivo per la loro economia.
Non è la prima volta che la guerra commerciale pesa sul prezzo del petrolio. Il conflitto combattuto a suon di tariffe nel corso degli ultimi 16 mesi ha avuto diverse conseguenze (negative) sull’economia mondiale.
Il rallentamento ha imposto agli analisti di rivedere al ribasso le stime sulla domanda cosa che ha portato a teorizzare l’ipotesi di un mercato eccessivamente fornito nel 2020.
A gettare benzina sul fuoco anche le recenti dichiarazioni del Segretario Generale dell’OPEC, Mohammad Barkindo, secondo cui il prossimo anno potrebbe venir meno l’esigenza di tagliare la produzione.
L’eccesso di offerta continuerà inevitabilmente a pesare sull’oro nero che, come sempre, imboccherà la via del ribasso.
Al momento in cui si scrive, la quotazione del Brent sta scendendo dell’1,01% su quota $61,92, mentre il prezzo del petrolio WTI sta bruciando l’1,07% su quota $56,58.
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