Il petrolio si confronta con le stime aggiornate sulla domanda di greggio. Le previsioni IEA non sono ancora ottimistiche. Cosa accadrà?
Il prezzo del petrolio torna sotto i riflettori alla luce delle ultime stime dell’IEA.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha aggiornato le previsioni sulla crescita della domanda mondiale di greggio per il 2020, mettendo in guardia su un percorso ancora molto incerto e insidioso.
Mercati ancora deboli e aumento dei contagi per il coronavirus non offrono buone prospettive al settore petrolifero.
Cosa accadrà alla domanda e alle quotazioni?
Petrolio: cosa accadrà? Domanda ancora in calo
Nel suo rapporto mensile, l’IEA ha previsto una domanda mondiale di petrolio pari a 91,7 milioni di barili al giorno.
Le stime, quindi, evidenziano una contrazione di 8,4 milioni di barili giornalieri su base annua, più della diminuzione di 8,1 milioni di barili prevista nel rapporto di agosto.
Secondo l’agenzia, infatti, nella seconda metà del 2020 si assiterà a una ripresa della domanda di greggio molto debole, all’insegna di un deceleramento.
In focus ci sono ancora le conseguenze dirette provocate dalla crisi senza precedente della pandemia. Come spiegato dall’agenzia:
“Il rallentamento economico richiederà mesi per invertire completamente la rotta, mentre è improbabile che alcuni settori come l’aviazione tornino ai livelli di consumo pre-pandemici anche il prossimo anno.”
Previsioni, dunque, che avranno i loro effetti anche sul prezzo del petrolio, crollato del 40% dall’inizio del 2020.
Nella mattina di martedì 15 settembre, il benchmark internazionale del greggio Brent è stato scambiato a $ 40,21 al barile, in aumento di circa l’1,5%, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) si è attestato a $ 37,90, circa l’1,7% in più.
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