Secondo Koen Straetmans, Senior Strategist Multi Asset di NN Investment Partners, le quotazioni del petrolio avrebbero le carte in regola per apprezzarsi nel breve periodo. Le cose potrebbero però cambiare con l’avvio del 2020
Nelle recenti sedute, il prezzo del petrolio è rimasto sotto i riflettori, con le quotazioni del greggio che hanno raggiunto i minimi da oltre 7 mesi e con il mercato entrato ufficialmente nel cosiddetto “bear market”. A gravare sul prezzo del petrolio sono principalmente le tensioni sul fronte commerciale tra Usa e Cina. Il Dragone avrebbe infatti deciso di riavviare gli acquisti di oro nero iraniano.
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Prezzo del petrolio: un terzo e quarto trimestre 2019 di rialzi?
Secondo Koen Straetmans, Senior Strategist Multi Asset di NN Investment Partners, la decisione dell’OPEC+ di prorogare di altri 9 mesi la riduzione della produzione al fine di prevenire un crollo nei prezzi si è rivelata necessaria. Questo perché, a dispetto della perdita di quote di mercato a favore degli Usa, i Paesi del gruppo hanno imparato (nel 2014) che un crollo delle quotazioni del petrolio sarebbe estremamente dannoso.
L’esperto sottolinea come nel breve termine la scelta dell’OPEC+ e l’incremento stagionale della materia prima dovrebbero sostenerne i prezzi, anche grazie ad una riduzione delle scorte petrolifere mondiali.
Oltre a questo, i rischi di natura geopolitica sono elevati. Con le esportazioni iraniane che sono crollate, la produzione petrolifera venezuelana in declino, i rischi in Libia e Nigeria e l’interruzione dei flussi commerciali nello stretto di Hormuz “dovrebbero contribuire a sostenere il prezzo del petrolio nel terzo trimestre”.
Per il quarto trimestre invece, a difendere il petrolio da ulteriori ribassi potrebbero essere le nuove regole dell’Organizzazione Marittima Internazionale per le emissioni nelle acque internazionali. In questo quadro si inseriscono anche gli accordi OPEC+, i quali dovrebbero aiutare a compensare la riduzione periodica della domanda da parte delle raffinerie.
Prezzo del petrolio: nel 2020 la situazione potrebbe cambiare
A partire dal 2020 poi, un ruolo fondamentale lo giocheranno la Cina e i mercati emergenti. Si dovranno quindi osservare da vicino le evoluzioni della trade war che, se dovesse peggiorare, potrebbe portare ad un ulteriore declassamento delle previsioni di crescita mondiale sulla domanda di petrolio.
Straetmans si attende una produzione petrolifera statunitense solida, ma in via di stabilizzazione. Negli Stati Uniti sono inoltre presenti un ampio numero di riserve non sfruttati, i costi di produzione stanno calando e la produzione è in crescita.
“In questo contesto, la quota di mercato dell’OPEC+ potrebbe continuare a diminuire fino al picco della produzione petrolifera statunitense. Questo processo potrebbe richiedere ancora anni, poiché presuppone, da parte del gruppo OPEC+, la costanza e la disciplina per bilanciare il mercato e allo stesso far quadrare i propri conti”, chiosa l’esperto.
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