Privatizzazione Poste italiane, ma quando e quanto vende Meloni? Azioni al record

Laura Naka Antonelli

17 Gennaio 2025 - 17:01

OPV congelata alla metà di ottobre, di nuovo congelata. Ecco quando il governo Meloni potrebbe lanciare l’atto della privatizzazione. Ma anche qui lo straniero fa paura.

Privatizzazione Poste italiane, ma quando e quanto vende Meloni? Azioni al record

Il governo Meloni è pronto a riaprire il dossier relativo alla privatizzazione di Poste Italiane, che rimane congelato da un bel po’ di mesi?

Quei rumor sulla imminente cessione di una parte della quota detenuta dallo Stato si sono interrotti di colpo, salvo ripresentarsi a singhiozzo nei mesi successivi, quando è stata la stessa società controllata dal MEF, alla metà di ottobre, ad annunciare con un comunicato di avere sospeso temporaneamente il procedimento presso la Consob per l’approvazione del prospetto dell’OPV.

Di quella Offerta Pubblica di Vendita delle sue azioni si era scritto e parlato molto nelle settimane precedenti, in attesa di quella mossa del governo Meloni che indiscrezioni e anche qualche dichiarazione ufficiale avevano fatto pensare che fosse imminente.

Al punto che c’era stato anche chi aveva affermato che, se una nuova edizione del BTP Valore non si era ancora palesata, dopo le quattro precedenti, era stato proprio per la priorità che il governo Meloni aveva voluto dare al nuovo capitolo del processo di privatizzazione dell’azienda guidata dall’AD Matteo del Fante.

Azioni Poste Italiane al record e la fase rialzista a Piazza Affari continua

A riaffrontare il dossier relativo alla privatizzazione di Poste è stato un articolo de Il Sole 24 Ore pubblicato nella giornata di oggi, che ha fatto seguito alla pubblicazione di un post con cui il gruppo ha sbandierato con orgoglio il nuovo record storico testato qualche giorno fa dalle sue azioni.

Così recita il post pubblicato su X ex Twitter:

“Nuovo record del titolo Poste a Piazza Affari, volato ben oltre il valore di 14 euro per azione, stabilisce il suo nuovo record storico che conferma l’anno d’oro di Poste Italiane in Borsa. #TGPoste #PosteItaliane”

Un anno d’oro per i titoli di Poste Italiane quotati sul Ftse Mib di Piazza Affari, in attesa che il governo Meloni si muova.

L’OPV è imminente o bisognerà aspettare ancora ? È dalla metà di ottobre, di fatto, che di annunci ufficiali sul collocamento di una quota da parte del Tesoro maggiore azionista non vi è più traccia.

Eppure proprio l’azienda è stata identificata come una delle pedine principali del piano di privatizzazioni lanciato dal governo Meloni in ottica anti debito pubblico.

OPV Poste Italiane, ci siamo? Quanto e quando piazzerà il MEF

Secondo le indiscrezioni stampa circolate all’inizio dello scorso autunno, il MEF sarebbe orientato a piazzare sul mercato una quota del 15% circa.

Dopo l’Alt scattato sulla privatizzazione, sono seguiti alla fine di dicembre nuovi rumor diffusi dal quotidiano La Stampa, che hanno indicato come la cessione della partecipazione, che si pensava rimandata a gennaio, fosse stata di nuovo posticipata, “finita in soffitta fino alla primavera”, per la precisione all’aprile di questo anno 2025, a seguito dell’approvazione dei conti del primo trimestre e dell’aggiornamento del piano industriale da parte dell’azienda.

Così riferiva La Stampa:

“Proprio a questa tappa che guarderebbe il MEF, anche perché la necessità di fare in fretta si scontra con i timori di svenderne all’estero le quote”.

Oggi Il Sole 24 Ore, nel commentare la fase di rally delle azioni, che hanno continuato a correre anche dopo l’annuncio postato dall’azienda su X, segnando ieri un nuovo record storico fino a 14,295 e portando Poste Italiane a vantare una capitalizzazione di quasi 19 miliardi di euro, ha presentato le prossime tappe annunciate dalla società.

Intanto le azioni di Poste italiane salgono anche oggi, toccando l’ennesimo massimo storico, attorno a 14,405 euro.

Tra queste, l’aggiornamento del piano industriale che avverrà il prossimo 21 febbraio. Anche Il Sole ha sottolineato che, a questo punto, l’OPV potrebbe avvenire in primavera, calcolando che la cessione di una quota del 15% da parte del Tesoro inietterebbe nelle casse dello Stato qualcosa come 3 miliardi di euro.

Febbre investitori con OPV alle porte? Ma Meloni temerebbe (anche qui) lo straniero

Il quotidiano di Confindustria ha anticipato anche una febbre tra gli investitori per accaparrarsi le azioni della società gestita dall’AD Del Fante, complice l’importante operazione definita di “education presso gli investitori esteri sul business di Poste”, fatta dai vertici negli ultimi due anni “in tutte le maggiori piazze mondiali”.

“Se il governo decidesse di spingere il tasto del via non è da escludere una nuova fiammata a Piazza Affari, come già avvenuto a ottobre”.

Detto questo, l’attenti allo straniero da parte del governo Meloni sarebbe già scattato anche in questo caso.

Governo Meloni teme lo straniero anche qui, meglio vendita a Fondazioni che a dipendenti e retail

Come ha riportato infatti a dicembre l’articolo de La Stampa, l’obiettivo dell’esecutivo sarebbe quello di preservare “l’italianità” dell’azionariato del gruppo.

E questo disegno potrebbe remare contro la presunta scelta, di cui si era parlato per molte settimane prima del blocco dell’OPV, di vendere una quota particolarmente rilevante ai dipendenti di Poste e agli investitori retail, in quanto la cessione diretta a queste due categorie di risparmiatori non assicurerebbe questo obiettivo nel lungo termine.

Meloni & Co. potrebbero dunque decidere di coinvolgere in misura maggiore le Fondazioni, con la Stampa che ha fatto i nomi di Cariplo, CR Cuneo, CR Lucca e CR Firenze, che avrebbero espresso tra l’altro di essere interessati a partecipare all’operazione.

Da segnalare che con un DPCM per la privatizzazione dell’azienda approvato lo scorso anno dal Consiglio dei Ministri, il governo Meloni ha comunicato un piano per far scendere la partecipazione complessiva detenuta dallo Stato in Poste Italiane a una soglia di poco superiore al 50%, ben oltre quella del 35% di cui si era parlato all’inizio dell’anno scorso.

Al momento lo Stato italiano è presente nel capitale di Poste Italiane attraverso il MEF e la controllata Cassa Depositi e Prestiti con una partecipazione pari a quasi il 65%.

L'azionariato di Poste Italiane L’azionariato di Poste Italiane Poste Italiane: l'OPV congelata dal governo Meloni è imminente? L'azionariato dell'azienda guidata dal CEO Matteo Del Fante.

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