Tra Serie A e Serie B sono sempre più presenti imprenditori stranieri e fondi di private equity. Una tendenza riscontrabile anche a livello europeo.
La proprietà di un club calcistico, soprattutto in Italia, è spesso, se non sempre, identificata nella figura di un’unica persona impegnata a supportare e sostenere personalmente il club in questione con le proprie risorse e la propria capacità di iniettare denaro per ottenere successi e risultati sportivi.
Una narrazione che però stride con i cambiamenti avvenuti negli ultimi 10 anni non solo in Italia, ma in tutta Europa, con alcuni distinguo che è doveroso fare e che si ricollegano a norme specifiche che regolano il possesso di un club calcistico (vedasi Bundesliga).
Rimanendo però concentrati sul contesto del calcio italiano, gli esempi di imprenditori stranieri o addirittura di figure legate al private equity che investono nel calcio intendendolo come un’industria e non come un “passatempo dispendioso” iniziano a essere presenti sia in Serie A che in Serie B. Un fenomeno che riguarda in modo orizzontale sia i grandi club che i club considerati più piccoli, ma che spesso grazie a nuove proprietà sono in grado di cambiare i propri obiettivi e mutare le proprie ambizioni. [...]
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