Il Venture Capital, che si può tradurre letteralmente con “capitale di ventura”, è una forma di investimento con la quale investitori privati, pubblici o misti mediante acquisiscono partecipazioni di minoranza in imprese già costituite o da crearsi tramite il contributo di nuovo capitale. Queste società, in relazione al loro contenuto innovativo, presentano buone prospettive di crescita nel medio termine, ma anche di connesso un elevato rischio di investimento. I fondi necessari sono erogati in genere ad aziende che per natura o stadio di sviluppo difficilmente possono ottenere finanziamenti dai canali tradizionali (come le banche). Il Venture Capital fa parte della categoria del Private Equity.
I Venture Capitalist non possono contare sulla percezione dei dividendi poiché le società in cui investono non realizzano nel breve termine profitti tali da compensare i pesanti oneri iniziali per l’avviamento dell’attività. In caso di successo i margini sono invece molto significativi. A seconda del Paese il Venture Capital ha regole diverse per poter essere messo in pratica. Un fondo di venture capital è inquadrato giuridicamente come una società di gestione del risparmio e diventa operativo solo raggiunta una certa soglia detta “first closing”.
Nell’Unione Europea per avviare un Venture Capital è necessario possedere un capitale sociale non inferiore a 2 milioni di euro indicizzato in società per azioni o in accomandita per azioni. Per averlo si fa domanda alla Banca d’Italia, e dopo l’autorizzazione il controllo spetta alla Consob con la collaborazione della Commissione di Borsa Italiana e dell’Antitrust.
Per approfondire: “Venture Capital: cos’è? Definizione, rischi e opportunità”