Test antidroga nel nuovo Codice della strada. Ecco quando possono eseguirti il test salivare.
Una delle più importanti e discusse novità del Codice della strada riguarda l’accertamento dell’assunzione di stupefacenti. Come ormai non si fa che ripetere da giorni, le forze dell’ordine possono eseguire il test salivare e rilevare la presenza di sostanze psicotrope. La positività, indipendentemente dalla quantità di sostanza rilevata e dallo stato di alterazione, comporta le sanzioni per la guida sotto effetto di sostanze stupefacenti.
Ci sono numerosi e spinosi dibattiti sulla questione e lo stesso ministro Salvini sta provando a rivedere le regole per venire incontro a chi assume particolari farmaci e sostanze lecite a scopo terapeutico. In ogni caso, bisogna concentrarsi sul testo entrato in vigore, perché è quello a determinare le sanzioni. Non bisogna quindi lasciarsi confondere dalle notizie e dalle dichiarazioni in merito, fintanto che non ci sarà (eventualmente) una modifica alla normativa.
Anche perché, in questo grande caos, i conducenti sono parecchio confusi sulle modalità di accertamento e dei vari rischi. Vediamo quindi cosa prevede la legge, con particolare attenzione al fatidico test salivare.
Come funzionano i controlli antidroga alla guida
Ci sono diversi mezzi per l’accertamento dell’assunzione di sostanze stupefacenti alla guida, che possono essere impiegati dalle forze dell’ordine per avere un responso immediato, fondamentale per le esigenze di sicurezza stradale. L’articolo 187 del Codice della strada individua a tal fine gli apparecchi portatili non invasivi e i test salivari, oltre ovviamente agli accertamenti presso le strutture sanitarie.
Gli apparecchi portatili, simili all’etilometro impiegato per rilevare l’alcol, sono pratici e veloci ma funzionano come precursori. Ciò significa che danno un indizio preliminare, ma da soli non sono sufficienti ad accertare l’assunzione. A tal scopo il risultato deve dunque essere confermato dal test salivare oppure dall’accertamento nelle strutture sanitarie.
Il test salivare, invece, è funzionale anche da solo, ma attenzione. Ci si riferisce al prelievo di campione che viene eseguito dalle forze dell’ordine e inviato presso le strutture sanitarie per il compimento degli accertamenti. Altrimenti, è possibile inviare il conducente presso le strutture sanitarie autorizzate stesse, dove verranno eseguite le analisi sui campioni biologici. Non bisogna confondere questo tipo di test salivare con il tampone eseguito direttamente dalle forze dell’ordine, con esito rapido e non invasivo, per quanto vengano eseguiti in concomitanza.
Quando possono farti i test salivari?
Distinguere tra i vari tipi di accertamenti previsti dalla legge è essenziale per capire quando possono essere eseguiti. Avvisiamo subito che ci sono delle controversie anche su questo aspetto, perciò l’unico modo per avere delle linee guida è attenersi a un’interpretazione letterale delle norme. Anche con la riforma, il Codice della strada chiede che l’esecuzione dei test sia subordinata a un ragionevole motivo per ritenere fondata l’assunzione di stupefacenti.
Ciò può tradursi in uno stato di alterazione visibile, dunque con sintomi tipici delle sostanze stupefacenti, confusione o comportamenti pericolosi e inusuali. Non solo, ci sono diversi indizi che possono portare all’esecuzione del test, a seconda di quanto rilevato dalle forze dell’ordine. Per esempio, si pensi al conducente visto circolare in una nota piazza di spaccio o addirittura acquistare le sostanze.
La ragione può essere delle più disparate. Questa valutazione spetta esclusivamente alle forze dell’ordine, che tuttavia non possono eseguire l’analisi a propria discrezione, bensì devono comunque basarsi su elementi concreti. Il test, inoltre, non sarebbe valido se non eseguito alle condizioni di legge. Resta comunque valida la norma precedente, relativa all’esecuzione dei test in caso di sinistro stradale.
Ciò significa che i test antidroga non vengono eseguiti a campione, anche perché i tamponi finirebbero rapidamente, né senza motivo. Non è in questo, infatti, che risiede la presunta incostituzionalità della norma. Il tampone con esito immediato, che funge da precursore, potrà invece essere sottoposto indipendentemente dalle motivazioni. In questo caso, la positività immediata al tampone salivare comporta il ritiro contestuale della patente di guida.
In seguito, il conducente deve sottoporsi all’accertamento medico entro 60 giorni. Nel frattempo la patente è sospesa in via cautelare. La positività al precursore consente quindi l’esecuzione del test salivare, che perciò può essere effettuato anche senza altre ragioni. Il rifiuto configura un’ammissione di colpa, con le sanzioni relative.
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