Quanta energia consuma il mining di Bitcoin

Dario Colombo

02/02/2023

Un anno di mining di Bitcoin vale 116 TWh, poco più di un terzo del fabbisogno di energia elettrica italiano. Si consuma molta più energia elettrica per produrre aria condizionata

Quanta energia consuma il mining di Bitcoin

Il tema del mining di Bitcoin, e delle criptovalute in genere, da tempo sta attirando l’attenzione. Sono in molti, infatti, ad avere la percezione del mining come di un’attività ad alto consumo di energia elettrica e quindi con un elevato impatto economico (stanti gli attuali costi energetica) al pari di quello ambientale. 

Il mining di Bitcoin, infatti, è un’attività di calcolo complessa, che comporta un enorme dispendio di energia per poter risolvere i complessi algoritmi e avere in cambio la ricompensa.

Insieme alla volatilità della quotazione, che è stata particolarmente intensa durante il 2022, con un valore che è passato dai 32.623 dollari di un anno fa ai 21.631 di oggi, l’impatto ambientale è forse il principale motivo che ammanta di negatività i Bitcoin assieme a tutte le altre criptovalute.

In breve, si pensa che produrre Bitcoin sia un’attività che consuma molta energia, costa molto e inquina altrettanto.

Quanta energia consuma il mining di Bitcoin

Uno studio realizzato dal portale crypto BitStacker, appena rilasciato, basato su dati forniti dal Cambridge Center for Alternative Finance, ha però rilevato che il consumo annuale di energia elettrica per il mining di Bitcoin è di 116 TWh.

Oltre a essere logicamente inferiore a quello richiesto per attività industriali, è notevolmente inferiore a quello per la produzione mondiale di aria condizionata, che è di 2.199 TWh.

Per fare un confronto, nel 2022, in base ai dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, il consumo di energia elettrica in Italia è stato di 316,8 TWh.

Rimanendo in un ambito più circoscritto lo studio ha rivelato che il mining di Bitcoin consuma una frazione dell’energia utilizzata per far funzionare, nei soli Stati Uniti, due elettrodomestici chiave della vita quotidiana, come i frigoriferi e i televisori che, sommati, lo scorso anno hanno consumato 164 TWh.

Sempre secondo le stime del rapporto, la produzione di prodotti chimici ha inciso sui consumi elettrici per 1.349 TWh, Seguono la produzione di ferro e acciaio con 1.233 TWh, quella di carta e cellulosa, che hanno utilizzato 586 TWh e la produzione di cemento, che ha consumato 384 TWh di elettricità.

Il consumo di energia elettrica Il consumo di energia elettrica Le stime dello studio di Bitstacker sul consumo di energia elettrica: mining di Bitcoin a confronto con attività industriali e civili

Costa meno il mining di Bitcoin che l’estrazione di nuovo oro

Il rapporto ha anche confrontato il mining di Bitcoin con l’estrazione di metalli preziosi. Un confronto interessante, in quanto spesso di dice che il Bitcoin sia il nuovo oro, ovviamente in formato digitale.

Ricordiamo che il termine mining deriva dall’inglese to mine, che significa estrarre, e richiama esplicitamente l’epopea della corsa all’oro americana.

Ebbene, i 116 TWh di elettricità consumati in un anno dai Bitcoin sono inferiori ai 131 TWh stimati per l’estrazione dell’oro e anche ai 167 TWh utilizzati per la produzione di rame.

Va sottolineato, però, che le stime del consumo energetico per l’estrazione dell’oro su scala globale sono difficili da verificare: lo studio ha utilizzato statistiche ufficiali che purtroppo risalgono al 2006 e che quindi potrebbero non essere rappresentative dei reali numeri relativi all’attuale consumo di energia elettrica dell’industria dell’estrazione dell’oro.

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