Aumentano i controlli e aumentano le irregolarità da parte delle aziende. Secondo la relazione dell’Ispettorato del lavoro 2 aziende su 3 sono irregolari. Ecco cosa è emerso dalla relazione annuale.
Quante sono le aziende irregolari in Italia? Come ogni anno è stata pubblicata la relazione annuale dell’Ispettorato del lavoro. L’obiettivo della relazione annuale, già trasmessa a fine giugno al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando e nella giornata del 12 agosto resa pubblica sul sito dell’Ispettorato nazionale del lavoro, è quello di monitorare e controllare le aziende, le irregolarità con il lavoro in nero e in generale di tutelare la legalità del lavoro e dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori e delle imprese.
La percentuale dei controlli svolti nell’anno precedente (2021) è aumentata del +9,7% raggiungendo così il 78% delle aziende italiane. I controlli sono suddivisi in diversi settori, dalla materia previdenziale alla materia assicurativa e molto altro e puntano a scoprire, prevenire e riqualificare il lavoro in nero. Nel 2021 gli indici di irregolarità sono risultati piuttosto elevati, in particolare nel campo dell’edilizia e del terziario, con picchi nei servizi di alloggio e ristorazione, trasporto, magazzinaggio e servizi a supporto delle imprese.
In totale risultano irregolari 2 aziende su 3 in Italia. Tali numeri e tali irregolarità- i controlli avvengono su tutto il territorio nazionale escluse le Regioni autonome che si avvalgono di un proprio Ispettorato del lavoro - sono risultate distribuite in maniera uniforme, da Nord a Sud. Nel quadro dei lavoratori in nero la Regione con percentuali più elevate è risultata essere la Campania, con 60 lavoratori in nero ogni 100, seguita da Toscana e Calabria.
Aziende irregolari e ispezioni: tutti i numeri in aumento
Tanto i numeri delle ispezioni quanto quelle delle aziende trovate in stato di irregolarità sono in aumento. Secondo la relazione annuale dell’Ispettorato nazionale del lavoro i controlli svolti sulle aziende italiane sono aumentati del +9,7%, raggiungendo così il 78% dei controlli complessivamente svolti. Il risultato totale è stato di un alto tasso di irregolarità. Infatti su 62.710 ispezione definite , cioè quelle svolte soltanto dagli ispettori nazionali del lavoro nel 2021, oltre il 62% è risultata irregolare.
È salito così anche il numero totale dei lavoratori tutelati dall’Ispettorato (151.742) in seguito agli illeciti contestati. Mentre, come si legge sul sito dell’Ispettorato nazionale del lavoro, “la presenza di lavoratori occupati in nero costituisce circa il 26% (15.150) dei 59.362 lavoratori irregolari tutelati dall’Ispettorato nazionale del lavoro ed è stata rilevata nel 39% delle 39.052 ispezioni con esito irregolare”.
Aziende irregolari e ispezioni: quali sono i settori più arrischio irregolarità e dove
Dalla relazione sono emersi diversi settori a più alto indice di irregolarità. Tra questi il settore dell’edilizia e del terziario occupano le prime posizioni, in particolare per attività di servizio alloggio e ristorazione, trasporti magazzinaggio e servizi a supporto dell’imprese.
Le irregolarità sono distribuite sul territorio italiano in maniera piuttosto omogenea, con solo alcuni picchi per settori specifici o problematicità e criticità più specifiche. Nel dettaglio i controlli sono avvenuti per il 30% al Sud, esclusa la Sicilia, per il 29% al Centro e per il 21,20% tra il Nord-ovest e il Nord-est, tranne nelle province autonome di Trento e Bolzano. Infatti le Regioni autonome si avvalgono di propri Ispettorati del lavoro in ragione della loro autonomia speciale.
A fronte di tale omogeneità, come si legge sulla relazione annuale, è stata riscontrata una distribuzione dei tassi di irregolarità su base interregionale: nel Nord-est si è registrato un tasso massimo di regolarità di oltre il 70%, a Nord-ovest al 61,48% e al Centro e al Sud intorno al 60%. Per quanto riguarda invece il numero di lavoratori in nero la percentuale più alta a livello regionale è indicata dalla Campania, dove sono stati rilevati 60 lavoratori in nero per ogni 100 ispezioni con esito irregolare, seguita da Toscana (52%) e Calabria (48%).
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