Tra le novità della Legge di Bilancio e l’adeguamento con le aspettative di vita, ecco come cambia l’età per andare in pensione nel 2019.
La riforma delle pensioni è finalmente entrata nella Legge di Bilancio; adesso, con l’approvazione della manovra finanziaria prevista per questo venerdì, si appresta a diventare ufficiale.
Tante le novità; da Quota 100 alla proroga di Opzione Donna e dell’Ape Sociale, fino alla stretta sul meccanismo della rivalutazione delle pensioni. Per questo motivo la domanda che molti lavoratori si stanno facendo, considerando anche che dal 1° gennaio 2019 scatterà l’adeguamento dei requisiti per la pensione con le speranze di vita, è: “a quanti anni posso andare in pensione nel 2019?”
In questo articolo faremo chiarezza in merito, elencando l’età pensionabile a secondo delle varie misure previdenziali. Una guida utile per capire quanti anni (sia di età anagrafica che di contributi) vi mancano per smettere di lavorare ed andare in pensione.
In pensione con Quota 100: si parte da 62 anni
Ci sembra giusto partire con quella che è la novità più importante - in tema previdenziale - della Legge di Bilancio 2019: la Quota 100. Si tratta, come ormai molti di voi sapranno, di una nuova forma di pensionamento anticipato che consente di smettere di lavorare una volta raggiunti i 38 anni di contributi.
Allo stesso tempo, però, bisogna aver compiuto almeno 62 anni per poter andare in pensione.
Una volta maturati questi requisiti (non c’è alcun limite temporale per farlo) bisogna però attendere l’apertura della prima finestra di accesso utile; nel dettaglio, le finestre di accesso saranno quattro ogni anno (ad eccezione del 2019 quando ce ne saranno solamente tre) e saranno previste a gennaio (ma non nel 2019) aprile, agosto e ottobre.
In pensione con Opzione Donna: dai 58 ai 59 anni di età
Per le donne che accettano che il loro assegno venga calcolato esclusivamente con il sistema contributivo, si applica invece l’Opzione Donna, la misura che la Legge di Bilancio proroga al 2019 con la promessa che nella prossima manovra finanziaria ci sarà un ulteriore rinnovo per gli anni avvenire.
Grazie alla proroga di Opzione Donna le lavoratrici subordinate potranno andare in pensione all’età di 58 anni, mentre le autonome a 59 anni. Il requisito contributivo richiesto è pari a 35 anni (contribuzione effettiva, non sono ammessi contributi figurativi).
Anche per questa misura, però, c’è un arco temporale ben definito che separa la maturazione dei suddetti requisiti al collocamento in quiescenza. Opzione Donna, infatti, prevede una finestra mobile di 12 mesi per le subordinate, che quindi andranno effettivamente in pensione a 59 anni, e di 18 mesi per le autonome.
Pensione di vecchiaia: si sale a 67 anni, 71 per l’opzione contributiva
Cresce a 67 anni l’età pensionabile per la pensione di vecchiaia; complice l’adeguamento con le aspettative di vita, infatti, l’età pensionabile è stata incrementata di 5 mesi passando quindi dai 66 anni e 7 mesi ai 67 anni.
Ricordiamo che per la pensione di vecchiaia sono richiesti 20 anni di contribuzione.
Vi è poi l’opzione contributiva della pensione di vecchiaia per la quale sono sufficienti 5 anni di contribuzione effettiva, purché l’intera quota rientri nel sistema contributivo per il calcolo della pensione. In questo caso, per effetto dell’adeguamento, l’età anagrafica per andare in pensione nel 2019 sarà pari a 71 anni.
Ci sono però quattro categorie di lavoratori per le quali non si applica - su richiesta dell’interessato - l’adeguamento con le aspettative di vita. Nel dettaglio, la pensione di vecchiaia resta di 66 anni e 7 mesi per coloro che svolgono mansioni usuranti, gravose, oppure dei lavori notturni; in questo caso, però, il requisito contributivo è pari a 30 anni.
Pensione anticipata: invariati i requisiti
Non ci sarà invece alcun adeguamento con le aspettative di vita per le pensioni anticipate, Quota 41 compresa. Nella Legge di Bilancio 2019, infatti, il Governo ha sterilizzato gli effetti dell’adeguamento per le pensioni anticipate, mantenendone inalterati i requisiti.
Nel dettaglio, per la pensione anticipata è confermato il requisito contributivo di:
- 42 anni e 10 mesi per gli uomini;
- 41 anni e 10 mesi per le donne.
Per quanto riguarda Quota 41 (la misura che dal 2022 potrebbe essere estesa a tutti i lavoratori) per i lavoratori precoci il requisito contributivo resta pari a 41 anni; almeno 12 mesi di contributi, però, devono essere stati accreditati prima del compimento del 19° anno di età.
Ape Sociale
Con la Legge di Bilancio 2019 è stata prorogato anche l’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico a costo zero per disoccupati, invalidi al 74%, caregiver e lavoratori usuranti, con il quale si può smettere di lavorare con 3 anni e 7 mesi di anticipo dalla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
Visto l’aumento dei requisiti di quest’ultima, quindi, anche la domanda dell’Ape Sociale slitta di qualche mese; si potrà accedere a questa misura, infatti, solamente al compimento dei 63 anni e 5 mesi di età.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti