L’Italia è tra i principali beneficiari dei fondi europei per la difesa: a Leonardo oltre 41 miliardi per il periodo 2019-2025.
La corsa alle armi dell’occidente e, in particolare dell’Unione Europea, è in atto già da diversi anni e non ha nulla a che vedere con l’invasione russa e la guerra in Ucraina. Per esempio il progetto militare «European Defence Industrial Development Programme» (Edidp) è stato avviato nel 2008, ma ha avuto «una dotazione finanziaria di 500 milioni di euro per il periodo 2019-2020».
È stato il primo programma di sovvenzioni dell’Ue volto allo sviluppo di capacità e al cofinanziamento dello sviluppo congiunto di prodotti e tecnologie per la difesa (nuovi e potenziamento di quelli esistenti).
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L’altro programma militare dell’Unione Europea è il «Preparatory Action on Defence Research» (Padr), avviato sempre nel 2008 e con scadenza al 2026. Al momento l’Italia ha ottenuto oltre 13 milioni di fondi in relazione a questo progetto. In totale i fondi arrivati dall’Ue, dal 2008 a oggi, per la corsa alle armi ammonta a un totale che supera i 403 milioni di euro.
Il Fondo europeo per la difesa costa 8 miliardi
Come si legge nel rapporto sulla spesa bellica dell’Ue pubblicato da Enaat, la Rete europea contro il commercio di armi, «nel 2017 l’Ue ha approvato il finanziamento dell’esercito ricerca e sviluppo di nuove armi e tecnologie, rompendo la linea rossa. L’Ue non dovrebbe finanziare attività militari con il bilancio comunitario».
Oltre mezzo miliardo di euro è andato alla ricerca militare e allo sviluppo grazie ai due programmi Padr, che finanzia progetti di ricerca militare congiunti e Edidp, che finanzia lo sviluppo congiunto di armi e tecnologie militari. Per il periodo 2021-2027, il Fondo europeo per la difesa (Fes) ammonta a 8 miliardi di euro sia per la ricerca che per lo sviluppo dei progetti. Gli obiettivi del Fondo sono molto chiari: sviluppare la prossima generazione di armi e potenziare la competitività globale dell’industria delle armi europee, e quindi la sua capacità di esportare armi all’estero.
I principali beneficiari dei fondi europei nel periodo 2017-2020 sono: Francia, Italia, Germania e Spagna. I «grandi quattro» hanno ottenuto da soli più di due terzi dei fondi totali, circa il 65.1%.
A Leonardo 41,6 milioni dall’Ue
La ripartizione dettagliata degli stanziamenti per il Padr e il finanziamento Edipd è stata pubblicata per il 73,6% del budget totale: 434,45 milioni di euro su un totale di 590 milioni di euro, di cui una piccola parte dedicata alle spese amministrative.
Leonardo è la prima azienda beneficiaria dei due fondi europei per la ricerca e lo sviluppo militare: conta progetti e canali di finanziamento per il 9,56% dei programmi. Analizzando i dati della piattaforma pubblica Opensecuritydata.eu a Leonardo spettano 41,6 milioni di euro nel periodo 2019 - 2025 per 45 progetti.
Dopo Leonardo, tra le aziende che ricevono la maggior parte dei fondi Ue ci sono la francese Thales (con il 6,6% dei fondi assegnati) e la spagnola Indra (6,43%).
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