Costi baby sitter a chiamata: la spesa media oraria calcolata nelle principali città italiane e i fattori che influenzano il tariffario.
Il lungo periodo di smartworking in cui madri e padri dovevano conciliare famiglia e occupazione nelle quattro mura casalinghe sembra volgere al termine e molti professionisti fanno ora il conto con il ritorno alle vecchie abitudini fatte di spostamenti fuori casa e turni poco flessibili rispetto alle necessità dei propri figli. Un conto anche piuttosto salato in termini di spese da sostenere.
Da parte dei genitori italiani c’è infatti sempre maggior richiesta di delega per l’accudimento negli orari d’ufficio ma, a fronte della crescita della domanda, anche il costo del babysitting sta aumentando con conseguenze di peso sull’economia di tanti nuclei familiari.
Come riporta il Corriere della Sera, il tariffario medio sta subendo un incremento dell’1% circa, soglia diversificata anche a seconda della regione d’appartenenza. Questo valore, che potrebbe sembrare pressoché irrisorio, nel clima generale di sovrapprezzi del gas e delle bollette della luce, può gravare in maniera considerevole sul bilancio di fine mese di molte coppie.
Più in generale, la paga base per questo servizio è influenzata da diversi fattori, in maniera anche piuttosto incisiva, ed è bene tenerli in considerazione prima di effettuare una chiamata anche se per una prestazione saltuaria. Per fare una corretta stima della tariffa oraria prevista capiamo quindi la situazione attuale e la diversificazione del quadro nazionale.
Quanto costa all’ora una baby sitter a chiamata?
Nella pagine del Corriere della Sera spunta un dato aggiornato al 2022 sulla tariffa media per una baby sitter in Italia che confronta anche i costi fissati dalla categoria professionale negli scorsi anni. Oggi infatti il prezzo medio all’ora è di 8,30 euro, in netta crescita rispetto ai 7,6 euro registrati sia nel 2020 che nel 2019.
Non per questo possiamo fare affidamento su numeri assoluti; il costo all’ora per una baby sitter a chiamata è piuttosto variabile poiché dipende anche dalla città in cui si cerca la baby sitter e, contestualmente, dalla contrattazione tra le parti in base alla sua esperienza. Sempre per dare delle somme di media possiamo dire che per una baby sitter a chiamata alle prime armi il costo all’ora è di circa 5 euro che però possono arrivare a 10 o 12 euro nei casi di esperienze pregresse consolidate e di lungo corso.
Un altro aspetto da non tralasciare è quello legato proprio alla saltuarietà della chiamata visto che, se si ha bisogno di un supporto solo una volta ogni tanto molti non sanno come mettere in regola i pagamenti senza ricorrere al “nero”. In passato infatti si potevano usare i voucher ma, come ribadito anche dalla piattaforma di settore Babysits.it, oggi viene utilizzato il libretto di famiglia Inps che permette alle famiglie di retribuire sia lavoro domestico sia lezioni private e d’assistenza.
Attraverso questo strumento si accede quindi ad una simil prepagata, acquistabile presso le filiali dell’Inps o gli uffici postali.
Cosa influenza la paga: 8 fattori da considerare
A determinare la variazione sui costi non c’è soltanto il fattore esperienza. Il calcolo della tariffa è influenzato anche da una serie di fattori che variano caso per caso.
I principali sono:
- Età della babysitter e dei bambini;
- Faccende domestiche;
- Aiuto compiti;
- Patente;
- Lingue parlate;
- Animali in casa;
- Orari di babysitting;
- Numero di bambini.
In quest’ultimo caso le differenze sulla spesa possono essere anche piuttosto incisive poiché il Contratto nazionale del lavoro domestico non prevede che la tariffa venga ritoccata in presenza di due minori accuditi, ma nella maggior parte dei casi è richiesto un piccolo aumento. Solitamente si tende a chiedere il 10 o il 20% in più. Poco plausibile è invece la richiesta del doppio pagamento.
Quanto invece all’età dei bambini la soglia più critica è quella sotto i due/tre anni perché, non essendo ancora autosufficienti, il peso delle attività da svolgere è spesso connesso a un incremento dell’importo richiesto.
Prezzi medi: le tariffe nelle principali città italiane
Entrando nel vivo delle distinzioni sui prezzi stabiliti dalle babysitter sappiamo che vari enti si sono occupati di monitorare l’oscillazione dei costi nel tempo e su base territoriale.
Prime fra tutte le pagine specializzate di Babysits e Business Online che parlano di una media milanese che oscilla tra i 9 e i 9,50 euro analogamente al capoluogo ligure di Genova. Poco sotto, a quota 9 euro, ci sarebbero Firenze e Bologna, per poi scendere a 8,50 euro per Roma e Trieste. Stazionarie a 8 euro Torino e Venezia mentre nelle più grandi città del Sud, come Napoli, Bari e Palermo, le baby sitter costano circa 7,50 euro l’ora.
In tutte queste località è stata registrata una maggiorazione anche se in cima alla classifica delle zone più costose resta la provincia di Aosta con i suoi 10 euro di tariffario orario. L’unico capoluogo in controtendenza su scala nazionale è quello Potenza che, stando alle ricerche, sembra essere passata a 6,5 euro l’ora contro i 7 di due anni fa.
Con qualche ritocco al rialzo o al ribasso si delinea quindi una scala verticistica da meridione a settentrione destinata, probabilmente, a ulteriori assestamenti nei prossimi mesi.
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