Ecco come farsi un’idea del costo da corrispondere al notaio per le pratiche più comuni: la compravendita immobiliare, la donazione e il testamento.
È impossibile quantificare a priori e in modo generalizzato il costo del notaio per un atto o una consulenza. Il professionista si occupa di diverse pratiche ed è inoltre sostituto d’imposta. Ciò significa che la somma da corrispondere comprende anche le tasse, oltre all’onorario applicato dal professionista. Non esistendo dei compensi fissi è complesso capire quale sarà la parcella, se non appunto chiedendo un preventivo al professionista.
Allo stesso tempo, è possibile utilizzare i costi medi come parametri di riferimento, tenendo conto che la complessità e il valore economico dell’atto incidono notevolmente tanto sulle imposte quanto sull’onorario. Quest’ultimo può infatti essere deciso tutto sommato liberamente dal notaio, dato che relative tabelle non sono vincolanti in modo stringente, anche se il professionista deve comunque essere in linea con il mercato per riuscire a vendere i propri servizi.
Per il cliente resta tuttavia difficile farsi un’idea dei costi, perché le variabili da considerare sono moltissime, compreso il prestigio dello studio notarile e la città in cui si trova. Vediamo di seguito alcune indicazioni utili per stimare il costo complessivo del notaio riguardo alle pratiche più comunemente richieste: la compravendita immobiliare, la donazione e il testamento.
Il costo del notaio per la compravendita immobiliare
Quando si parla di atti notarili si pensa immediatamente all’atto di compravendita immobiliare, per il quale la presenza del notaio è obbligatoria. Alle spese per il mutuo della casa, bisogna anche aggiungere quelle del notaio per la stipula dell’atto di compravendita. I costi notarili variano in base al prezzo dell’immobile ed al valore dell’ipoteca iscritta a garanzia del mutuo. A questi vanno aggiunte le imposte obbligatorie per la compravendita di immobili, che sono:
- l’imposta di registro per la registrazione dell’atto di compravendita presso l’Agenzia delle Entrate, pari al 9% (o 2% nel caso di prima casa) del valore catastale dell’immobile;
- l’imposta ipotecaria per la trascrizione, iscrizione, rinnovazione, cancellazione e annotazione nei Registri Immobiliari, pari a 50 euro;
- l’imposta catastale per la registrazione dei trasferimenti immobiliari al Catasto dell’Agenzia delle Entrate, pari a 50 euro;
- l’IVA, che viene applicata solo nel caso in cui il venditore dell’immobile sia un’impresa di costruzioni (o un’impresa con principale oggetto sociale la compravendita di immobili) con un valore che varia dal 4 al 22% del prezzo dell’immobile.
Tuttavia, per l’acquisto della prima casa, la legge prevede delle agevolazioni fiscali, purché l’abitazione non sia classificata come immobile di lusso e sempre che il richiedente non abbia già usufruito del bonus in passato. Il contribuente dovrà inoltre trasferire la propria residenza nel Comune dove si trova l’immobile entro 18 mesi dall’acquisto (fatta eccezione per il personale delle Forze Armate e di Polizia).
Fortunatamente le spese notarili sono detraibili dall’Irpef, nel modello 730, compreso l’onorario del professionista. A tale scopo tutte le voci di spesa devono essere accuratamente riportate nella ricevuta rilasciata dal notaio. In ogni caso l’onorario per l’acquisto della prima casa, che ricade sull’acquirente salvo diversa pattuizione, va in media da 1.500 a 3.500 euro, variabili a seconda delle circostanze specifiche.
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Costo della donazione dal notaio
Un altro atto notarile molto frequente è quello relativo alla donazione di immobili. Infatti la donazione, pur essendo un atto di liberalità, non è gratuita, ed anche qui l’intervento del notaio è obbligatorio per legge.
I costi dell’atto di donazione sono completamente a carico della parte donante e dipendono dal grado di parentela che intercorre tra il donante ed il beneficiario, oltre alle eventuali agevolazioni per la prima casa.
In via generale, il costo dipende dalla base imponibile del valore catastale dell’immobile. Questo va calcolato rivalutando la rendita catastale del 5% e moltiplicandola per un coefficiente che varia a seconda della categoria dell’immobile.
Si devono aggiungere anche altri costi:
- l’imposta di registro, di cui la legge prevede l’esenzione solo se l’immobile non supera una certa franchigia;
- l’imposta ipotecaria, che corrisponde al 2% del valore catastale dell’immobile;
- l’imposta catastale, che corrisponde all’1% del valore catastale dell’immobile;
- l’imposta di bollo forfettaria di 230 euro;
- le visure ipotecarie, catastali e camerali (variabili in base al tipo di pratica);
- i diritti per la trascrizione ipotecaria, che ammontano a 90 euro;
- la tassa per l’archivio notarile (variabile in base al valore dichiarato).
La donazione immobiliare ha costi analoghi alla compravendita, mentre per i beni mobili il costo è di norma molto più contenuto, salvo trasferimenti di particolare valore.
Quanto costa fare testamento dal notaio
L’atto notarile è necessario anche per quanto riguarda la disciplina testamentaria. In questo caso, il costo dell’atto notarile subisce delle variazioni in base al tipo di testamento scelto. Per il testamento internazionale, pubblico o segreto, l’onorario notarile si aggira intorno ai 1.000 euro (sempre che non ci siano particolari complessità). Il testamento olografo non richiede il servizio del notaio, che tuttavia può richiedere un onorario se deve occuparsi del deposito (di norma su una media di 200 euro).
Le spese del testamento gravano sul testatore che si reca dal notaio, invece, nel caso in cui sia rinvenuto un testamento olografo, chi lo trova deve portarlo dal notaio e le spese per la sua pubblicazione sono divise tra tutti gli eredi.
In caso di mancato pagamento, il notaio può rivalersi per l’intera somma anche nei confronti di uno solo degli eredi, salvo il diritto di regresso verso gli altri in un momento successivo.
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